Loria, minacce di morte sui social a Meloni e Salvini: ventinovenne indagata

Nel mirino degli inquirenti sono finite frasi su X come: “Quanto voglio spararle sulla fronte”. Inchiesta della Digos, la giovane viene accusata del reato di istigazione a delinquere

Marco Filippi
Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Le minacce di morte sul proprio profilo social nei confronti del presidente del consiglio Giorgia Meloni e del ministro dei Trasporti Matteo Salvini costano caro a una giovane di 29 anni di Loria, M.T., originaria di Bassano del Grappa. Pesantissimi i reati contestati alla donna che è indagata per istigazione a delinquere e minacce.

I post sui social

Le frasi intimidatorie, pubblicate sul social network X (già Twitter, ndr), non sono passate inosservate agli agenti della Digos e ai carabinieri della compagnia di Castelfranco, che hanno inviato in procura a Treviso una dettagliata informativa corredata dagli screen-shot dei post incriminati. Una leggerezza dettata dalla convinzione che quelle frasi sul suo profilo sarebbero passate inosservate alle forze dell’ordine? Di sicuro c’è che la donna di Loria ora rischia un processo e una condanna fino a cinque anni di galera.

Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori sono finiti, in particolare, quattro “post”, pubblicati nell’arco temporale che va da maggio a dicembre dell’anno scorso.

Nel primo, postato sul proprio profilo X il 4 maggio, M.T. mostra un’immagine del presidente del Consiglio Meloni a bordo di una macchina, durante una parata militare, con a margine la frase “quanto voglio spararle alla fronte”.

Il 17 novembre ce n’è un secondo più generico in cui dice di tenere sotto il letto una mazza da baseball e di volersi regalare una giornata al poligono di tiro per sfogare la sua rabbia.

Il 3 dicembre successivo c’è un post più esplicito: «Io penso sempre anche io, mi dico stermina un po’ di politici di destra e vai in prigione contenta».

Ultima uscita la Vigilia di Natale, il 24 dicembre: «Raga, sapete che io non ho nulla da perdere. In Italia non c’è una pena di morte: se volete sparo in testa alla Meloni e a Salvini».

L’indagine

L’indagine, iniziata due mesi fa, a gennaio scorso, prevede come prossimo passo, l’interrogatorio della donna da parte della polizia giudiziaria, con ogni probabilità i carabinieri di Riese Pio X, competenti per territorio a Loria. Di certo, se è stata una leggerezza, fatto comunque grave per le minacce alle massime autorità politiche, potrebbe costarle molto cara.

La Marca Trevigiana non è nuova a fatti simili. I social vengono usati sempre più spesso per minacciare o diffamare le massime cariche politiche. Un musicista della zona della Pedemontana, nel dicembre 2023, era finito a processo per diffamazione nei confronti della presidente del consiglio Giorgia Meloni.

Nel commentare le dichiarazioni dell’attuale premier italiano, riguardanti lo scottante tema dei migranti, si lasciò andare a commenti pesantissimi apostrofando la Meloni con frasi scurrili. Alla fine il musicista fu prosciolto, solo perché decise di risarcire l’attuale presidente del consiglio in cambio della remissione di querela. 

 

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