Lo scrittore Targhetta diventa prof di italiano al Duca di Treviso

Lo scrittore vincitore del Berto e finalista del Premio Campiello è entrato di ruolo e insegnerà Italiano nell’istituto trevigiano 
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 27.06.2018.- Presentazione Finalisti Premio Campiello 2018. Fondaco dei Tedeschi. Nella foto: Francesco Targhetta
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 27.06.2018.- Presentazione Finalisti Premio Campiello 2018. Fondaco dei Tedeschi. Nella foto: Francesco Targhetta

TREVISO. «Uno scrittore che insegna? No, mi sento molto di più un prof che scrive». Il professore che scrive è il trentottenne autore trevigiano Francesco Targhetta, vincitore del Premio Berto 2018, autore del romanzo di successo “Le vite potenziali” edito da Mondadori, finalista al Premio Campiello del 15 settembre. Dopo aver rotto il ghiaccio nei giorni scorsi con il primo collegio docenti è ormai pronto, il 12 settembre, a prendere posto in cattedra. Come professore di ruolo di Italiano e Latino al liceo Duca degli Abruzzi, nelle classi del triennio del Linguistico e delle Scienze umane.

Per l’istituto l’approdo dello scrittore in classe in veste di professore non è una novità. Due anni fa aveva fatto ingresso in aula, sempre al Duca, ma come supplente. L’anno scorso ad averlo avuto come professore di Lettere è stato il liceo Flaminio di Vittorio Veneto.

Ora, in ruolo, il ritorno al Duca: «Ho iniziato a insegnare undici anni fa», dice , «Facendo tutto il percorso faticoso della precarietà e vagabondando di scuola in scuola per tutta la provincia. È stato così che ho scoperto che nelle scuole trevigiane ci sono tantissimi insegnanti con la passione per la scrittura. Che lavorano nell’oscurità senza le luci della ribalta».

Dopo la raccolta di poesie “Fiaschi” (2009) e il poema in versi “Perché veniamo bene nelle fotografie” (2012) Targhetta ha preso il largo nel panorama degli autori emergenti con il suo esordio in prosa del romanzo che lo vede oggi finalista al Campiello, con una storia sull’aziendalismo osservato da una prospettiva umana. Eppure il successo letterario non l’ha convinto fino in fondo a lasciare l’altra sua professione, quella di insegnante: «Nell’ultimo anno ho girato molto per il mio libro e per la scrittura, ma non per questo rinuncio alla scuola.

A maggior ragione dopo aver compiuto un iter lungo e faticoso», racconta lo scrittore-professore, «Non posso rinunciare alla scuola perché la scuola è il mio mestiere. Anche se cerco di tenere ben separate le due strade. Per i miei studenti sarò semplicemente il professore che quando torna a casa scrive».

In classe con gli alunni di liceo il professor Targhetta confida di voler condividere tutte le sue passioni: «Lo scrittore è prima di tutto un grande lettore. Con gli studenti mi dedicherò alla condivisione del gusto della lettura del libro giusto. Perché ce n’è uno per ogni momento della vita. Sarà mio impegno provare a mettere in dialogo gli autori contemporanei, che quasi sempre con fatica si riesce a toccare a scuola, e i grandi classici». Ed è il liceo trevigiano il primo a ricordare che proprio al Duca degli Abruzzi nell’immediato dopoguerra cominciò la sua carriera Giuseppe Berto, l’autore de “Il male oscuro”.

«Sono convinta che è arrivato il tempo di riportare al centro della società i docenti», spiega la preside del Duca Antonia Piva, felice di avere uno scrittore tra i suoi docenti, «In primo luogo come persone di cultura, capaci di traghettare verso il futuro il patrimonio italiano».

 

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