Le irriverenti “Figure porche” cantate dai norcini del rock

Verrà presentato stasera al Supersonic di San Biagio di Callalta l’ultimo album della band riesina dei Los Massadores e tutto dedicato “a sua maestà il maiale”

Dopo essere stato per anni il “fil rouge” di dischi, concerti e video, ora un album completamente dedicato a lui, sua maestà il maiale, che i Los Massadores celebrano in tutte le sue declinazioni. “Figure porche” è infatti il titolo del nuovo lavoro dei “norcini del rock” che verrà presentato questa sera alle 21.30 al Supersonic di San Biagio di Callalta.

Sesto appuntamento con la band di Riese che anche stavolta riesce a sorprendere, mescolando vita quotidiana, fatti di cronaca e addirittura mitologia, il tutto nel nome del suino. Il disco è stato anticipato, com’è tradizione, dal video del nuovo brano “Fai bene amore”: che, tanto per non smentire l’appeal dei Los, ha già registrato ventimila visualizzazioni su Youtube in una manciata di giorni. Partiamo da questo: un recitato in slang italo-est europeo (complimenti all’interprete Jenny Semenzin) ambientato sulle rilassanti rive del Piave, che regala perle di saggezza per una sana vita di coppia. E il maiale? C’entra anche lui perché “si tu marito piace amore de maiale, fai questo amore, non ti devi svergognare”. Che del maiale non si butta via niente è esplicito in “Pigs have no waste” dove tutti i prodotti che riesce a ricavarne il norcino possono anche diventare elementi per un brano alla James Brown. Ma c’è anche chi dice no. È la storia del figlio di un “massador”, a quanto pare iberico, alle prese con l’outing: è diventato vegano e lo confessa allo sbigottito padre. In “Suini Circeo snc”i Los, a modo loro raccontano la vicenda di Circe, la maga ammaliatrice che trasformava le sue vittime in tranquilli suini.

Per loro senza neanche tante magie. Rimembranze mitologiche che emergono anche nel video anticipatore, dove, forse a causa di un ristoro un po’ troppo pesante sul greto del Piave, qualcuno si sogna di ripercorrere le gesta di Ulisse e Polifemo, così come tramandate dal grande schermo (sassi di polistirolo compresi). E Circe apre la parentesi sulla contemporaneità. In “Mistero Boffo” si narra l’incredibile storia “del porseo che se ga fato re” e che “parchè no i lo faxesse su, se ga comprà giornai e le tivù”. Incredibile perché non può essere successa da nessuna parte “ma se un posto ve vien in mente” raccomandano i Los “zitti e mosca e finta de niente”. In chiusura oltre a capire finalmente come si scrive il diminutivo dialettale di Luigi (“Jijo”) citazione del fornaio fantozziano Cecco: sono proprio le “ciope de pan”, oltre a un “fioeo rosso fogo” a rivelare qualche protuberanza sulla testa del “becaro”. Un coro di bambini chiude l’omaggio al suino con “Strano ma verro” oltre ad una evangelica “lettera dei Massadores ai dentisti: carissimi”. Punto.

Davide Nordio

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