La resilienza di Silvia: «Corro contro la malattia, qui c’è grande emozione»

La 64enne di Udine lotta con  la sclerosi multipla da 30 anni: «Porto la mia testimonianza poi c’è molto da lavorare

sulle barriere architettoniche»

Salima Barzanti
Silvia Furlani, 54enne friulana, non rinuncia alle kermesse podistiche
Silvia Furlani, 54enne friulana, non rinuncia alle kermesse podistiche

Lei non lotta contro un tumore, ma da oltre un trentennio sfida, con coraggio, ottimismo e un’immensa voglia di vivere, la sclerosi multipla. Per farlo, ha deciso di combattere sul terreno più ostico, quello del movimento, proprio quello che la malattia sta cercando di portarle via. Lei è Silvia Furlani, 64 di Udine, che ogni domenica porta nelle corse di ogni parte d’Italia il suo messaggio di forza e resistenza alla malattia.

Come di consueto, anche alla Treviso in Rosa, partirà in anticipo, con il suo passo lento e incerto, ma con il sostegno dell’amica Laura, che già l’aveva accompagnata lo scorso anno. «Ormai per me, seppur in un fitto calendario di appuntamenti podistici (il 21 aprile ha concluso la mezza maratona di Padova, ndr), la Treviso in Rosa è diventato un appuntamento irrinunciabile. Insomma, è un appuntamento fisso, segnato con un pallino rosa. È sempre un’emozione immensa vedere questo serpentone rosa di migliaia e migliaia di donne. Senza dimenticare l’aspetto solidale».

Nel capoluogo della Marca Silvia è riuscita, come in giro per l’Italia, a far nascere amicizie, come quella appunto con Laura. L’anno scorso ha camminato con lei lungo il percorso della Treviso in Rosa, che ha toccato (e toccherà anche quest’anno) gli angoli più suggestivi del centro storico: dalla Pescheria a Piazza San Leonardo, da Piazza Duomo a Piazza dei Signori, da Piazza San Vito a Riviera Santa Margherita, fino all’ultimo tratto sopra le mura e il traguardo in prossimità del Bastione San Marco. Silvia è testimone di un messaggio di forza e coraggio, al di là della tipologia di malattia che si affronta.

«La vita è breve, bisogna saperla apprezzare, bisognerebbe focalizzarsi sulle piccole cose, del resto abbiamo tutto, sono gli aspetti umani quelli da coltivare - spiega - e come dico sempre, da soli non siamo niente».

Di recente è andato alle stampe un libro che parla della sua storia “Ho vinto io!”. «Credo di poter dire, dopo tutti questi alti e bassi della vita, di essere una persona che ha vinto - aggiunge - sono andata oltre i problemi, non penso a quello che non posso fare, ma a quello che posso ancora fare». Quando ci fu la diagnosi della sclerosi multipla, Silvia non si è arresa e anzi ha poi avuto una figlia, Piera, che è stato uno stimolo a non mollare, a reagire, anche per lei. E la sua forza arriverà anche alla Treviso in Rosa. «Ci tengo a portare la mia testimonianza - conclude Silvia - bisogna pensare a quello che si può fare. Certo poi, abbiamo un grande tema da affrontare, ovvero l’eliminazione delle barriere architettoniche. Troppe volte persone con disabilità restano fuori da locali e uffici. Ma pensiamo anche alle mamme con il passeggino, oppure a chi ha un impedimento temporaneo, si è operato, sta usando le stampelle. Credo che nel 2024 avere ancora barriere architettoniche sia davvero triste».

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