La Provincia di Treviso abbandona le sue strade “Doc”

TREVISO. Per anni sono state cardo e decumano della Marca trevigiana, simbolo delle sue tipicità, percorso di promozione turistica e economica. Ora, in tempi di tagli e revisioni di bilancio, per la Provincia di Treviso le strade del vino e del radicchio sono diventate solo un costo da tagliare.
E così ha fatto. Dopo mesi di tira e molla, delibere rinviare, discussioni di giunta accantonate, la giunta provinciale ha deciso di recedere dalle quattro associazioni di promozione delle sue “doc”, ovvero l’associazione “Strada del prosecco e dei vini di Conegliano Valdobbiadene”; “Strada dei vini del Piave”; Strade dai vini del Montello e colli asolani”; “Strada del radicchio rosso di treviso e variegato di Castelfranco”.

La decisione è arrivata la settimana scorsa, scongelando una partita aperta – come detto – tempo fa, precisamente da luglio, quando l’amministrazione decise di proseguire nel taglio delle sue partecipazioni associative che aveva già visto il recesso dalle fondazioni e dagli istituti di carattere storico culturale come l’ Istituto per la Storia della Resistenza del Vittoriese; Gli amici di Giorgio Lago; l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano; la Fondazione Berro per l' arte e la cultura, la Mazzotti).
La ragione? «L’amministrazione, a seguito del processo di riordino delle funzioni provinciali definito dalla legge Del Rio, e alla legge di stabilità, no dispone di risorse per pagare le quote associative». A quanto ammontavano? Per le quattro strade delle “Doc” circa 2960 euro in tutto, 246 euro al mese per continuare a far parte del comitato promotore (ma per le altre associazioni il costo era ancor inferiore). Sembra assurdo, ma è così, a dimostrazione del fatto che l’ente sia ormai al lumicino, sia in termini di finanze, che di intervento sul territorio. «Mani legate», dicono dal S.Artemio. Non c’è più da banchettare. (f.d.w.)
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