La mamma di Mattia: «Andrò davanti al cantiere dov’è morto mio figlio ogni volta che ne avrò voglia»
La mamma di Mattia Battistetti, morto il 29 aprile per il crollo del carico.
L’impresa l’aveva invitata a desistere con le foto. Lei: «Richiesta assurda»
MONTEBELLUNA. «Tornerò davanti al cantiere dove è morto mio figlio ogni volta che ne sentirò il bisogno». Monica Michielin, la mamma di Mattia Battistetti, il 23enne ucciso il 29 aprile da un carico di 15 quintali di ponteggi caduto dalla gru nel cantiere del Residence Magellano, non demorde dalla sua muta protesta che è anche testimonianza.
Non ci va da alcuni giorni, ma è pronta a tornare ogni volta che ne sentirà il bisogno in via Magellano, davanti al cantiere dove è morto il figlio.
«Sono alcune mattine che non vado», spiega, «non per la lettera inviata dall’avvocato dell’impresa al nostro legale, nella quale mi si invitava a desistere dal continuare ad andare lì e a fare fotografie, ma perché in questi giorni ho dovuto occuparmi di altre questioni. Quella “diffida” non ha alcun valore giuridico e io, quando ne sentirò il bisogno, andrò ancora lì, davanti al cantiere, e continuerò a scattare fotografie, che peraltro non pubblico mai» .
E chi lavora nel cantiere cosa le dice? «Nulla», afferma Monica Michielin, «a me non hanno mai detto nulla, non si sono mai avvicinati nemmeno per esprimermi lo loro vicinanza o per dirmi qualcos’altro. Quando mi vedono chiudono i cancelli del cantiere e basta. Una cosa vorrei poi chiarire: qualcuno aveva scritto che io avevo chiesto la chiusura del cantiere. Non ho mai fatto una richiesta del genere, ci sono famiglie che magari attendono che l’appartamento sia pronto per andarvi ad abitare e io non intendo danneggiarle: non ho mai chiesto che il cantiere si fermasse».
C’è invece la richiesta di lasciare i due metri quadrati della tragedia intatti, come memoria della vicenda. Richiesta a cui non è mai arrivata una risposta da parte di chi gestisce il cantiere.
«Non chiedevo che fosse messa una targa col nome di Mattia, abbiamo ben altri modi per ricordarlo che mettere una targa lì col suo nome», spiega la donna, «chiedevo solo che in quei due metri quadri rimanessero come erano quel giorno o diventassero una aiuola o vi fosse piantato un albero. Penso che a questo punto seguirò il suggerimento del mio avvocato e per ricordare Mattia ci rivolgeremo a persone che siano più sensibili e cercheremo un altro luogo».
Circola l’ipotesi di realizzare un ricordo di Mattia in un’area comunale di via Martiri di Marcinelle, che è vicinissima a via Magellano. «Può essere una ipotesi», dice. Anche il sindaco si era mosso per per realizzare un’aiuola fiorita dove è morto Mattia.
«Ho fatto tale richiesta all’ingegnere dell’impresa», spiega Elzo Severin, «non ho ricevuto neppure io alcuna risposta. Piuttosto sto risolvendo l’altra richiesta che mi era stata fatta dalla famiglia di Mattia: la realizzazione di una cappella gentilizia all’interno del cimitero dove collocare le spoglie del ragazzo».
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