La Lega attacca Gaia Righetto (Django): «Ideologizzata, non dovrebbe insegnare»
Il deputato leghista Rossano Sasso attacca l’attivista e docente alle medie: «Ha denunce per diffamazione, sui social video di scontri alle manifestazioni. Lei replica: «Mai fatta propaganda a scuola»

Gaia Righetto come Ilaria Salis. A fare il paragone è il deputato leghista Rossano Sasso che attraverso un post pubblicato il 21 marzo su Facebook attacca la leader del centro sociale Django che una settimana fa ha assunto il ruolo di docente in una scuola media di Tarzo. Sasso fa particolare riferimento alle denunce per diffamazione della Righetto e ad un episodio del 2022 in cui l’attivista sfilò a seno nudo in occasione del Treviso Pride.
Fuori dalla scuola i cattivi e le cattive maestre».
«Spesso ricevo segnalazioni su docenti ideologizzati ma questa volta siamo davanti ad un caso unico, secondo forse solo a quello della Salis»si legge nel post diffuso dal parlamentare del Carroccio, membro della commissione scuola, scienza e istruzione. «Cosa ha nel suo c.v. questa signora?-prosegue in riferimento alla Righetto-Condanne penali e svariate denunce per varie vicende, dalle occupazioni abusive agli scontri con le forze dell'ordine, passando per le diffamazioni e le ingiurie contro esponenti politici. È anche attivista queer e l'anno scorso insieme ad altri lgbt sfilò nuda per le strade trevigiane. Sta in classe con ragazzini di 11 anni e i suoi profili social sono pubblici». Nel post Sasso comunica di aver segnalato Righetto all'Ufficio Scolastico Regionale.
«I ragionamenti da fare sono due, il primo dal punto di vista giuridico: chi è condannato anche se solo in primo grado e senza interdizione dai pubblici uffici, può continuare a insegnare a dei bambini? È vero, esiste anche il codice di comportamento e credo che la Righetto abbia già violato più di un articolo, ma credo sia il caso di mettere mano al codice penale. Il secondo risiede nell'opportunità di valutare sotto il profilo psico-attitudinale chi si appresta a fare il mestiere più bello del mondo».
«Non sono casi isolati-conclude- abbiamo troppi docenti fanatici e ideologizzati nelle nostre scuole e anche quelli violenti (nei fatti o a parole) iniziano ad essere numerosi.Cassaro, Salis, Raimo, Righetto solo per citarne i più celebri.Fuori dalla scuola i cattivi e le cattive maestre».
La replica
Non si fa attendere la replica dell’attivista all’attacco frontale di Sasso. «Mai fatta propaganda a scuola e non sono una persona violenta», controbatte Gaia Righetto.
«Ci interroghiamo sulla necessità di un codice etico a cui i docenti dovrebbero rifarsi, io credo che non sia la priorità della scuola italiana. Semmai parliamo di precariato degli insegnanti, e della scarsa educazione sentimentale che si fa in classe, prima di puntare il dito contro le maestre che sono libere di usare il corpo come vogliono»prosegue riferendosi al caso di Elena Maraga.
«Io credo nella scuola che insegna ad avere spirito critico, l’attacco che ho ricevuto arriva da parte di chi vuole imbrigliare la libertà di pensiero entro un codice. Nella mia vita da attivista sto dalla parte dei più deboli, di chi vede calpestati i propri diritti: qualcuno mi venga a dire se questo non è un buon esempio per i giovani allora che cosa lo è?».
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