Incubo parcheggi a Treviso, la sfida quotidiana: piazze occupate e stazione intasata
Tra cantieri e riorganizzazioni sempre meno stalli utili a disposizione di cittadini e pendolari. Zampese: «Appiani aperto in 15 giorni». Miani solo a giugno

C’è più traffico, certo. C’è l’abitudine a prendere l’auto anche per piccoli spostamenti, vero. Ma c’è anche una ormai cronica mancanza di parcheggi in città data sia dai cantieri in corso, sia dall’assenza totale di tutte le nuove strutture per la sosta promesse e mai fatte, o pianificate e poi stoppate.
Da dieci anni a questa parte gli unici spazi aggiunti sono stati quelli in via Lancieri (sette anni fa, settanta posti circa) e in via Foscolo (240 stalli circa, quattro anni fa), lì dove dovrebbe essere realizzato il famoso fast park per cui ci sono i soldi da mesi, ma non c’è il bando.
La città intasata
L’effetto si vede chiaramente a maggior ragione in questi primi giorni di primavera che hanno indotto molti a usare la bici o il motorino: non si trova parcheggio.

Sono pieni gli stalli in Città Giardino, fino a una paio di anni fa polmone della sosta cittadina; sono occupati per gran parte del giorno anche gli stalli in viale D’Alviano, estrema propaggine nord-ovest del centro storico sempre disdegnata dagli automobilisti tanto da far lanciare al Comune specifiche tariffe ridotte per incentivare l’uso dei settanta stalli.
Non c’è spazio attorno al tribunale, dove ogni metro quadrato di terreno è occupato da un’auto dalla chiusura del park Miani ad oggi, né attorno all’acquedotto dove i settanta stalli inaugurati anni fa sono stati ormai fagocitati dal traffico crescente.
Foro Boario? Anche lì: tutto pieno. Sono occupate tutte le piccole oasi di sosta nascoste tra le vie dell’immediato fuori mura, prima fra tutte quella tra via Pinelli e via Cacciatori del Sile, a un centinaio di metri dalla stazione dei treni il cui cantiere ha messo in difficoltà tantissimi pendolari traslocando bus e corriere al posto dei parcheggi.
Nemmeno chiamare in causa San Zeno, zeppo di auto prima ed oggi “murato” di auto.
Alternative? Cercatele, non ci sono. Basti vedere quante sono anche le auto che oggi occupano Prato Fiera: il doppio di anni fa.
La piazze selvagge
L’effetto? Non trovando posto fuori, gli automobilisti sono indotti a fare la cosa più ovvia: avvicinarsi il più possibile al punto di arrivo e lasciare l’auto dove capita. Ecco nella bellissima piazza Pola gli alberi fioriti fare da cornice a suv, macchine, furgoni parcheggiate alla selvaggia (lì ci sarebbero solo due stalli – un carico scarico e uno stallo disabili – e il bicipark). Ecco la piccola e ritirata piazzetta Tommasini (in quella che dovrebbe diventare la Ztl di via Roggia) affollata di macchine anche sotto i ben evidenti cartelli di divieto di sosta.
Oppure San Vito, a pochi passi da Ca’ Sugana, dove i pirati della sosta non si fanno remore a lasciare l’auto davanti alla chiesa di San Vito o nel pieno della curva. E così ancora in via Pescheria, in via Canova, in via dei Mille. Multe? Come sparare sulla croce rossa. Farle a cadenza quotidiana si potrebbe, ma visti i tanti stalli eliminati dai cantieri in corso lavorare di taccuino farebbe imbufalire ulteriormente automobilisti già con i nervi tesissimi.
I parcheggi da aprire
Venerdì 4 aprile intanto qualche data da segnare a calendario. «Il Park Appiani aprirà a metà mese» ha detto l’assessore ai lavori pubblici Zampese, «Il Miani a giugno». Park Vittoria? Ancora buio. Fast park? Idem.
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