Incendio al parco Stella di Oderzo: fabbricato bruciato in un quarto d’ora

La rapidità con cui le fiamme hanno divorato il centro commerciale causata anche dall’impianto antincendio: solo idranti
ferrazza agenzia foto film oderzo estintori parco stella
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ODERZO. Dopo aver spento, mercoledì mattina, i quattro focolai che erano ancora rimasti accesi nel cratere del Parco Stella, continuano senza sosta le indagini per risalire all’innesco dell’incendio. Il nucleo investigativo dei vigili del fuoco continua a setacciare l’area in cui si trovava il magazzino Unieuro, dal quale si sono propagate le prime fiamme. Ciò che più ha colpito dell'incendio del Parco Stella scoppiato lo scorso 25 febbraio, tuttavia, è stata la velocità con cui le fiamme si sono propagate, coprendo interamente i 6.000 metri quadrati di capannone in appena un quarto d'ora. Una propagazione rapida favorita da vari fattori. L’ingegner Giancarlo Casetta, che progettò nel 2009 l'edificio di cui ormai resta solo lo scheletro, in questi giorni è stato subissato di domande da parte di chi, addetti ai lavori e non, voleva capirne qualcosa in più.

I due punti vendita non avevano dei sistemi di antincendio a pioggia?

«No. La norma che ne obbliga l'installazione è del 2010, mentre la loro realizzazione risale al 2009. A quel tempo, era obbligatorio installarla solo per quei negozi che superavano i 5000 metri quadrati di superficie. Insomma, nel Parco Stella solo Visotto e Smart hanno dei sistemi di antincendio a pioggia».

E gli altri?

«Gli altri sono tutti collegati ad una vasca di accumulo da 500 metri cubi rifornita dall'acquedotto, che serve tutti i negozi tramite vari idranti. Non essendoci nessuna legge che obbligasse ad averli, la proprietà non ritenne opportuno installare in quelle attività più piccole gli sprinkler. Tuttavia, sono tutti predisposte ad averli: basta solo installarli».

Oggi le norme sono più stringenti?

«Nel 2015 venne redatto un nuovo Certificato di Prevenzione Incendi (CPI), davvero rivoluzionario, ma le norme in esso contenute non potevano considerarsi retroattive e dunque non riguardavano anche il Parco Stella, che, tengo a sottolinearlo, è sempre stato a norma».

Cosa prevedeva esattamente?

«Ad esempio, diventava obbligatorio per qualunque attività aperta in un parco commerciale il dotarsi di un sistema di antincendio a pioggia, che forse avrebbe potuto salvare i punti vendita Unieuro ed EuroBrico di Oderzo. Nel 2010 era stato stabilito che lo dovessero avere solo i negozi che si trovassero in un centro commerciale».

Qual è la differenza fra parco e centro commerciale?

«Il parco commerciale (e anche Parco Stella è uno di questi) è un luogo aperto in cui ci sono delle attività commerciali indipendenti, che in sostanza fino al 2010, almeno in questo campo, facevano quello che a loro e alla proprietà del parco pareva opportuno. Il centro commerciale invece è una struttura generalmente coperta, ma in cui comunque le varie attività non sono indipendenti in questo genere di scelte, rispondendo puntualmente alle direttive dei proprietari».

Quanto al fronte dei lavoratori, si terrà la settimana prossima il primo incontro per definire gli ammortizzatori sociali dei dipendenti. L’incontro è fissato per il 9 marzo, nella sede Unascom-Confcommercio di Treviso, alle 10: si tratta di un tavolo tecnico chiamato a discutere in merito alla situazione occupazionale dei lavoratori del Parco Stella di Oderzo in seguito all’incendio. Si incontreranno le parti sindacali, datoriali, il Comune di Oderzo e le aziende. In quella sede discuteranno delle tutele da mettere in campo per gli occupati delle due importanti attività commerciali coinvolte nel rogo di sabato scorso.

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