Il pakistano Masih: «Io, escluso dalla giunta per razzismo»

Gaiarine: il coordinatore di Fi denuncia il boicottaggio. La Lega: «Assessorato? L’accordo non esiste»

GAIARINE. Scoppia un presunto caso xenofobia a Gaiarine: il medico di origini Pakistane, Ashraf Masih, non entra in giunta nonostante l'accordo pre-elettorale. «L'unica spiegazione alla mia esclusione è quella razziale, non ho ricevuto altra motivazione plausibile, mi sento delegittimato e amareggiato», afferma il dottor Masih, «qualcuno della Lega non mi ha voluto, loro sostengono “paroni a casa nostra”». «Non c'è stato assolutamente nessun motivo legato alle sue origini pakistane, questo deve essere chiaro», dichiara il sindaco Mario Cappellotto «l'accordo c'era, ma purtroppo non ci sono state le condizioni per mantenerlo. Purtroppo in giunta per le regole vanno solo due donne e due uomini».

Sembra che qualcuno tra le fila leghiste abbia ipotizzato di creare un gruppo a parte se fosse stato nominato assessore il medico pakistano, mettendo in bilico la maggioranza. L'accordo ad aprile era stato firmato da «Cappellotto candidato sindaco Lega Nord» (e consigliere provinciale) e da Ashraf Masih come coordinatore locale di Forza Italia. «In caso di vittoria elettorale», testimonia il patto scritto, «un assessorato esterno viene assegnato al dottor Ashraf Masih». «Non esiste nessun accordo fatto dalla segretaria della Lega», ribatte Battista Furlan, segretario leghista di Gaiarine, «non c'è stato nessun veto e non c'è nessun motivo razzista. Masih Ashraf non l'ho mai visto e con me non ha mai parlato, lui ha delle fisime».

In quota Fi è stata nominata assessore la giovane Elisa De Zan, la più votata. Vicesindaco sarà Ermanno Fellet e sono stati confermati gli assessori Paolo Presotto e Stefania Venturin. «Non è per me, ho il mio lavoro, ma per i cittadini che mi hanno sostenuto e per una questione di correttezza», spiega Masih, che da decenni vive in Italia. Ha lavorato all'ospedale di Mestre e dal 2000 è medico di base a Francenigo. Negli anni scorsi è stato delegato regionale del consiglio per l'immigrazione e membro dell'osservatorio regionale dei flussi migratori, oltre ad avere esperienza decennale da consigliere comunale. «Dai cittadini ho sempre avuto affetto e stima, il problema razzismo non riguarda solo me», aggiunge. Lui e la sua famiglia, cattolici in uno Stato come il Pakistan in cui il 97% della popolazione è musulmana, aveva vissuto il rischio persecuzione. Adesso sente di dover combattere contro gli «integralisti nostrani».

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