Il miglior studente di cucina d’Italia è Manuel, 17 anni di Cavaso
Lo chef in erba frequenta la quarta alla Scuola Dieffe di Valdobbiadene e si è distinto al Campionato di Rimini

Manuel Bresolin conquista la medaglia d’oro ai Campionati della Cucina Italia di Rimini nella categoria “Miglior studente di cucina d’Italia”. Il giovane, studente della Scuola Dieffe di Valdobbiadene, è originario di Cavaso del Tomba e frequenta la classe quarta. A soli 17 anni si dimostra così uno dei più promettenti “chef in erba” del panorama nazionale.
A seguire Bresolin nella competizione il professor Alcide Candiotto, docente di cucina che lo ha accompagnato sin dall’inizio in questa avventura, e il professor Paolo Andreolli, direttore della scuola professionale valdobbiadenese.
Nelle competizioni culinarie il riconoscimento più ambito, ovvero la medaglia d’oro, va a chi ottiene risultati che vanno dal 90 al 100 in termini di valutazione. Bresolin è riuscito a centrare questo obiettivo, piazzandosi come secondo assoluto nella gara che ha visto protagonisti studenti provenienti da varie regioni italiane.
«Manuel», racconta il professor Candiotto, «dimostra di avere la stoffa per questo lavoro. Ora è il momento di festeggiarlo ma poi dovrà tornare a studiare in vista del diploma professionale che lo attende».
Manuel si era classificato primo nella “Selezione del miglior allievo di cucina del Veneto“, che si è svolta lo scorso 26 ottobre all’Istituto “Almerico da Schio” di Vicenza. Un risultato storico per una scuola di formazione professionale in questo tipo di competizioni, che conferma il valore della proposta educativa e l’attenzione alla crescita degli alunni.
«E’ un riconoscimento che premia Manuel ma anche tutti i professori e gli alunni che frequentano i nostri istituti», afferma Federico Pendin, presidente di Fondazione San Nicolò a cui la Dieffe di Valdobbiadene fa riferimento, «Lavorare in termini di sperimentazione e offrire opportunità di questo genere ai ragazzi e alle ragazze fanno parte del nostro modo di intendere la formazione».
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