Il Covid nelle Rsa di Treviso. Villa D’Argento, le vittime sono 10. Israa, il virus entra anche a S. Bona

A Silea altri 3 decessi sospetti. A Santa Bona contagiati 20 ospiti e 6 operatori: è la prima volta

TREVISO. Dieci decessi certi sin qui, in meno di due settimane. Ma anche altre 3 vittime su cui ancora non c’è la conferma ufficiale della positività.

Il virus sta flagellando la casa di riposo Villa d’Argento a Silea, colpita dal virus alla viglia di Natale,

I primi giorni del 2021 hanno lasciato purtroppo una scia di lutti nella struttura di viale della Libertà. E l’ansia continua: se da un lato i nuovi test hanno fatto emergere le prime negativizzazioni (4 tra gli ospiti e 3 tra gli operatori), il quadro resta ancora connotato da numeri rilevantissimi.

Va ricordato che i tamponi di Natale avevano fatto scoprire quasi 50 ospiti positivi su 90, dunque più della metà, e quasi tutti non autosufficienti, e una dozzina di dipendenti sui 90 in organico.

La direttrice Lucia Gobbo e i vertici della Rsa, con il consigli odi amministrazione della Fondazione Villa d’Argento, presieduto dall’ex sindaco Silvano Piazza, non nascondono la loro apprensione, e seguono l’evoluzione del quadro sanitario degli anziani con le condizioni più precarie.

I prossimi giorni saranno decisivi, per capire la persistenza o meno del virus. I vertici della Rsa lavorano in sinergia con la task force dell’Usl 2, e confidano che sia confermata la tendenza alle negativizzazioni. Intanto gli ospiti contagiati restano blindati nell’ala riservata ai positivi, e i dipendenti restano in quarantena.

La casa di riposo di Silea, peraltro, era rimasta immune fino alla viglia di Natale: il Covid, presumibilmente arrivato dall’esterno (c’è chi parla anche della possibilità che abbia varcato la soglia della struttura con un lavoratore chiamato a gettone per coprire i turni di assistenza notturna), è stato davvero il terribile “dono” trovato sotto l’albero, quello che nessuno avrebbe voluto.

Per accelerare il ritorno alla normalità, si spera adesso di cominciare le vaccinazioni ad ospiti e dipendenti. Ma le norme imposte dai protocolli impongono che le Rsa, per iniziare la profilassi con la prima somministrazione e poi il richiamo, devono essere Covid free da 14 giorni.

E intanto a Treviso, una nuova “tegola” cade sull’Israa. Il Covid 19 è entrato anche al Ract (Residenza Anziani Città di Treviso) a Santa Bona, la struttura più moderna della rete dell’Ipab cittadina, progettata dall’archistar Vittorio Gregotti. I test periodici hanno fatto emergere la positività di 20 anziani ospiti, e di 6 operatori che vi lavorano.

È la prima volta per la Rsa di via Santa Bona vecchia: sin qui era stato sempre immune, anche nei terribili giorni del primo lockdown. A questo punto soltanto il Menegazzi di San Giuseppe, fra le quattro case dell’Israa, è Covid Free da quando è esplosa la pandemia.

È tornata immune la casa Albergo di borgo Mazzini, ma l’arrivo del virus a fine anno ha causato 7 decessi fra i 40 ospiti e dipendenti positivi: allo Zalivani le vittime del Covid sono state 6, fra dicembre e i primi giorni del’21. A Fiera il quadro migliora, ma restano alcune situazioni critiche.

Da quanto si è appreso, le positività al Ract sono state anticipate dai test rapidi, e quindi confermate dai tamponi molecolari immediatamente disposti. Sono tutti riscontrati in uno solo dei 4 nuclei della Rsa di S. Bona, e questo avrebbe favorito l’isolamento degli anziani colpiti che la quarantena dei dipendenti (le squadre in servizio sono rigorosamente separate tra i nuclei). Anche in questo caso il cordone sanitario scatta subito, ora l’obiettivo è di evitare il diffondersi del virus. –

Andrea Passerini

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