Il caffé al banco a Treviso costa 1,50 euro alla tazzina. I consumatori: «Aumenti ingiustificabili»
TREVISO. Un euro e cinquanta centesimi: è il prezzo di un caffè bevuto al banco, in piedi, in un locale all’interno delle mura di Treviso. Nello stesso identico posto dove non più tardi di 20 giorni fa, per la stessa tazzina di caffè bevuto al banco e in piedi, era stato chiesto 1,20 euro, ossia il 25% in meno.
Insomma: a ridosso di Ferragosto in città si è superata quella “soglia” che fino a poco tempo fa sembrava impensabile. E non si tratterebbe di un caso isolato: le segnalazioni fioccano e raccontano che in città la richiesta per un caffè al banco sia arrivata anche a toccare 1 euro e 60.
Il rialzo innegabile dei costi delle materie prime, del trasporto e della logistica, più quelli declinati per il personale, per non parlare del costo dell’energia, stanno concorrendo a un aumento di prezzi fuori controllo, preoccupante preludio di quello che riserverà l’autunno con una ulteriore stangata delle bollette energetiche per produttori, esercenti e consumatori. Saranno questi ultimi, però, a rimetterci maggiormente. Ottobre promette di essere torrido e mettere allo strenuo le famiglie trevigiane che faranno i conti con bollette salate, aumenti e rincari, mai come accaduto in passato.
«Chiamiamola tempesta perfetta: un momento dove tutti si sentono autorizzati a fare quello che vogliono» descrive così la situazione Carlo Garofolini, presidente Adico, Associazione difesa consumatori, «Una volta superata la soglia psicologica di 1 euro a tazzina per il caffè, può accadere di tutto e, così, il prezzo va fuori controllo, abbiamo segnalazioni di 1,60 euro per il caffè da banco. L’obbligo del gestore è quello di esporre il prezzo e dal momento in cui lo fa è tutelato. La criticità sta nel fatto che il prezzo non è regolamentato e anche di fronte a chiare speculazioni il consumatore non può fare nulla, oggi mancano quelle che sono le sanzioni che queste persone dovrebbero subire. Come Adico invitiamo i consumatori a denunciare situazioni del genere, in modo da rendere consapevoli tutti gli altri consumatori, fare rete allo scopo che un domani che nasca qualcosa che possa tutelare i consumatori».
Stefano Bellotto, presidente di Adiconsum Treviso e Belluno, fa invece leva sulle scelte più o meno responsabili degli esercenti: «Stiamo raggiungendo livelli di sostenibilità oltre i quali è difficile andare. Saranno le scelte dei singoli imprenditori a fare la differenza, ci auguriamo che siano guidate da responsabilità e buon senso, perché se la tazzina di caffè continua ad aumentare, i consumatori non saranno più disposti a pagarla: lo faranno una volta, ma poi non torneranno».
«Ci sono diversi fattori come la posizione, la qualità del prodotto, il costo del personale e l’aumento delle materie prime, ma un aumento spropositato dei prezzi non è giustificato. I prezzi stanno subendo delle oscillazioni e non vorrei che gli esercenti in funzione di quelle che sono le variazioni dei costi caricassero valori inattesi sul prezzo finale al consumatore».
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