Granfondo Pinarello, il Mondiale degli amatori Salite storiche, una corsa nell’epica per 3.500

Toni Frigo
Più sobria, più antica e più attenta alla propria storia, torna, domenica, per la ventitreesima volta, la Gran Fondo Pinarello. Torna a calcare le vecchie strade: il percorso è quello delle origini, con Montello (Santa Maria), San Boldo (diventato icona con l’ultimo Giro d’Italia) e Nevegal. Addio Cansiglio e una sola concessione “moderna”: il muro di Ca’ del Poggio - del resto gemellato con quelli delle classiche del Nord - sulla via del ritorno. Stop alle “avventure” anche nella denominazione, quella che era arrivata a chiamarsi “La Pina” torna ad essere Gran Fondo Pinarello.
E siccome la data si sovrappone a quella del campionato italiano, mancheranno tra i protagonisti i nomi di grande richiamo ciclistico che fino a poco tempo fa avevano impreziosito il parterre de roi con numerosi atleti “pro” trevigiani e non, con il ct della Nazionale e il presidente della Federciclo. Più spazio agli ex di grido ma neanche troppo, visto che si è interrotta la serie di partecipazioni di Miguel Indurain, il nome più “alto” tra quelli legati al marchio trevigiano di biciclette da corsa, al rito della partenza da piazza del Grano. Sobria, seria, più epica: la ventitreesima Gf Pinarello sarà così per volontà del patron Fausto, il rampollo di Nani che ha sì venduto il brand alla multinazionale francese del lusso, ma ha tenuto in pugno il controllo di tutto ciò che porta il nome di famiglia.
Il rito che ci attende, di buonora, per le vie del centro domenica mattina è già di per sè storia: sferragliare di pedali, sibilare di raggi, clac-clac dell’innesto degli scarpini, borracce piene e barrette energetiche sotto la braghetta, caschi in testa sotto i quali scoprire i volti di noti giornalisti televisivi, di direttori d’albergo ed ex gregarioni di lungo corso, magliette d’ordinanza e bici di vari marchi - in maggioranza Pinarello - schierate nelle prime file per la foto ricordo che, innanzitutto, celebra un primato, quello della Ferrari delle biciclette italiane.
Ma un sogno nel cassetto resta: quello di far ricalcare a una tappa del Giro questo percorso “classico” della Gf Pinarello. La tappa del Giro che quest’anno ha fatto scoprire a tutti il ricamo a tombolo del San Boldo ha fatto scuola. —
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