Sette anni senza Sofiya e Pascal: il caso Melnyk archiviato tra dubbi e dolore

La richiesta di archiviazione ha provocato la dura reazioni di familiari, amici e parenti di Cornuda. La sorella del presunto assassino: «Non l’ha uccisa Pascal, dove sono le prove?»

Valentina Calzavara
Sofiya Melnyk, 40 anni, ucraina, sparita di casa a metà novembre 2017 e ritrovata senza vita il 24 dicembre 2017
Sofiya Melnyk, 40 anni, ucraina, sparita di casa a metà novembre 2017 e ritrovata senza vita il 24 dicembre 2017

 

Sette anni senza Sofiya e Pascal, e un dolore che non se ne va mai via. «Vogliamo solo la verità. Non crediamo che si sia trattato di un omicidio suicidio, siamo ancora in attesa di prove sostanziali e inoppugnabili. Continuiamo a non credere che sia stato mio fratello Pascal a uccidere Sofiya. Lui è solo il capro espiatorio ideale».

Carole Albanese, la sorella di Pascal, reagisce con amarezza alla notizia che la procura di Treviso ha deciso di archiviare il giallo di Cornuda, avvalorando la tesi che Pascal Albanese, operaio cinquantenne, abbia prima ucciso Sofiya, per poi impiccarsi nella loro casa il 27 novembre di sette anni fa.

Il corpo di Sofiya sarebbe poi stato ritrovato in un dirupo del Grappa nel giorno della Vigilia di Natale: brutalmente picchiata e poi scaricata ancora viva nella scarpata. Mentre il suo cellulare non verrà mai ritrovato.

Famiglie distrutte dal dolore

«Nessuno mi ridarà indietro la mia adorata figlia e, seppure rassegnata, non riesco a darmi pace per questo».

Continua a ripetere Valentina, la mamma della quarantenne ucraina, che dopo le esequie ha portato le ceneri della figlia a Kiev. Nonostante la guerra, l’anziana donna è rimasta lì, vicina alla tomba di Sofiya, dove i fiori freschi e una preghiera non mancano mai.

«Per la mia assistita sarà l’ennesimo Natale di solitudine e tristezza. Lei è rimasta in Ucraina, vive chiusa in casa tra mille difficoltà, soffrendo il freddo e la guerra» racconta l’avvocato Francesco Zacheo, legale della famiglia di Sofiya, non senza disappunto.

L’archiviazione 

«Paradossale che la famiglia della povera Sofiya debba apprendere insieme a me dai giornali dell’archiviazione del caso. Noi non abbiamo avuto notizie sull’esito del procedimento penale. Ci riserveremo di agire per chiedere spiegazioni al riguardo» prosegue il legal. E non esclude l’opposizione all’archiviazione.

Di Sofiya i giornali hanno parlato per settimane all’epoca della sua scomparsa e poi del ritrovamento del corpo. Col passare del tempo, sulla vicenda è calato il silenzio, ma resta impossibile dimenticare una vicenda diventata un caso nazionale.

Sofiya era una donna bellissima, dai capelli d’oro e dalla vita che somigliava a un labirinto difficile da decifrare.

A raccontare di lei decine di fotografie scattate in giro per il mondo. La gita in barca con un gruppo di amici, la posa felice tra i velluti e le carte da parati di una villa veneta convertita ad albergo di lusso, l’ombrello a pois e il tubino nero in un giorno di pioggia sotto i portici di Treviso.

Sofiya e Pascal

E ancora, spensierata a Montecarlo, abbronzata all’Isola d’Elba. Per tutti Sofiya faceva l’interprete alle fiere, specie a Bologna, Pascal era il compagno ufficiale. In realtà nella sua esistenza esistevano decine di relazioni.

La sua bellezza faceva perdere la testa a molti e proprio per questo la famiglia di Pascal ha sempre invitato ad approfondire altre piste e altri possibili moventi.

«Non è giusto infangare il nome di mio fratello, lui e Sofiya erano una coppia felice. Ai nostri occhi li abbiamo sempre visti così» dice Carole.

Intanto, i ricordi con l’avvicinarsi del Natale tornano a farsi più vivi. «Il dolore c’è e ci accompagnerà sempre, in questo periodo dell’anno si fa ancora più forte. Però noi continuiamo a ricordare Sofiya e Pascal sorridenti insieme, erano una bella coppia, diversi ma capaci di completarsi a vicenda. E ci mancano infinitamente».

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