Gentilini si candida a sindaco di Treviso: il suo simbolo è la stella da sceriffo

TREVISO. «Il mio simbolo è pronto, quello della Lega pure: noi partiamo e se il Pdl non ci sta, peggio per lui. Zanetti? A questo punto mi pare chiaro che qualcuno l’ha consigliato male».
Così parlò Giancarlo Gentilini. Ieri, dopo l’ennesima telefonata «di conferma» a Maroni, ha tagliato corto: non ci sono alternative alla sua candidatura a sindaco di Treviso, «le prossime settimane», dice lo Sceriffo, «non vedranno né miei passi indietro né altri colpi di scena». A proposito di Sceriffo: sabato Gentilini ha dato l’ok alla bozza del suo simbolo elettorale: al 99% (c’è infatti un’altra ipotesi in ballo, ma gli piace meno) sarà un logo riconoscibile da una stella da sceriffo, una stella che caratterizzerà la lista Gentilini.
Quella stessa stella che SuperG esibisce da anni sul cruscotto dell’auto di rappresentanza del Comune, o sul petto. La stella dello Sceriffo del Carroccio. Sempre sabato scorso, Gentilini ha dato il via libera anche al simbolo della lista della Lega che lo affiancherà.
E ieri mattina, in formissima, ne ha parlato con entusiasmo a un raduno degli alpini tenutosi ad Arcade.
Insomma: Gentilini pare aver sciolto definitivamente le riserve che aveva a fine 2012, quando diceva: «L’ultima parola sulle elezioni di Treviso la dirò a marzo: se allora sarò in salute, ribadirò la mia candidatura a sindaco». E, toccando il basso ventre, Gentilini ieri ha confermato di sentirsi in perfetta forma e di «fregarsene» delle voci sempre più insistenti che lo vedrebbero invece a un passo dalla rinuncia su pressione del partito, pronto a saltare per colpa di trattative a livello nazionale tra Maroni e i big del Pdl. «Di tutte queste cose sento parlare da troppo tempo», diceva ieri il vicesindaco di Treviso, «E so benissimo che qualcuno in Lega non mi ama affatto. Ma il sottoscritto se ne frega, dato che la base leghista è invece dalla mia parte». Nodo Pdl: se da una parte è cosa fatta il rinnovo dell’alleanza per la presa di Ca’ Sugana, dall’altra solo gli azzurri sernagiottiani sono a favore della candidatura Gentilini, mentre i sacconiani spingono per un altro nome, magari del Pdl. Insomma, in molti fanno i difficili con lui, ma è altrettanto chiaro che un centrodestra in mille pezzi, a Treviso, non può permettersi di fare a meno del contributo elettorale di Gentilini. E lui lo sa benissimo. «E infatti non è nemmeno il caso di parlare di corsa in solitaria», dice lo Sceriffo serafico, «perché la cosa non può succedere. Dovrei fare un passo indietro per Zanetti? E chi lo dice? Maroni no di sicuro, la base padana meno ancora. E allora, la smettiamo con questi giochetti?».
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