Gentilini col fez e il “duce” friulano, bufera per la foto sul web

TREVISO. Carnevale non c’entra, anche se sarebbe stato infelice pure cercare di fare ironia in costume da fascista. La foto qui a fianco è stata scattata qualche giorno fa a Sequals, piccolo comune friulano noto alle cronache anche per ospitare la trattoria residence Teodora, gestita da quel Ferdinando Polegato di fede fascista e con il culto del Duce. Al suo fianco Giancarlo Gentilini, ex sindaco e ora consigliere di maggioranza a Treviso. Un altro che non ha mai nascosto le sue simpatie di «giovane balilla». Entrambi indossano il classico fez copricapo simbolo della dittatura del Ventennio, stringendosi la mano. Una foto ricordo, ma anche una foto “di fede” coronata dalla frase con cui il figlio di Gentilini l’ha rilanciata su facebook: «Onori ai difensori del credo fascista! Dio Patria e Famiglia». Verrebbe da dire: ci risiamo, ma Genty rintuzza (qui sotto l’intervista): «Apologia? I nostalgici sono fuori dal tempo».
Lo scatto
Il vicesindaco era andato a fare una scampagnata friulana con tappa, guardacaso, nel locale che qualche tempo fa finì nella bufera per aver esposto il cartello: “Aperto ai camerati”, con tanto di fascio littorio disegnato alla lavagna. Il locale di quel Polegato (trevigiano di Crocetta del Montello) che on-line è immortalato in fedelissime imitazioni delle arringhe alla piazza di Mussolini, e che rischiava di vedersi sanzionare come apologia per le tante bottiglie e i tanti cimeli che ricordavano il ventennio fascista all’interno della sala di Pordenone dov’è stato Gentilini. La foto, posta in rete dal figlio di Giancarlo Gentilini, Antonio, è stata rilanciata ed ha fatto parlare parecchi scatenando non poche polemiche.
Pd all’attacco
«Queste buffonerie hanno stancato. Gira una brutta aria. L’elogio a ideologie di odio e violenza, peraltro già sconfitte dalla storia, non possono essere più derubricate come nostalgia» dice il segretario provinciale del Pd Giovanni Zorzi, «per fortuna cominciano a registrarsi segnali forti di reazione alla diffusione di un clima di rabbia e intolleranza, a cui contribuiscono certe pagliacciate». Poi il segretario provinciale lancia a Ca’Sugana e Gentilini anche un messaggio: «Le 250 mila persone a Milano sabato e i quasi due milioni di votanti alle primarie ci dicono che, sia pure con fatica, il mondo va avanti in direzione “ostinata e contraria” a certe idee».

in comune che aria tira
La foto, senza l’intestazione datale dal figlio, forse avrebbe potuto passare in secondo piano, ma così no, soprattutto dopo i precedenti degli ultimi mesi a Ca’ Sugana che con la nuova maggioranza leghista ha inglobato anche forze di estrema destra. Primo fra tutti Davide Visentin, ex referente trevigiano di Forza Nuova, che come primo atto pubblico ha presentato una mozione (poi ritirata) per l’abolizione della legge Mancino che aggrava i reati connotati da ideologia fascista. Poi c’è stata la stretta sulla Loggia dei Cavalieri, fatta per allontanare tanti ragazzini (molti dei quali stranieri) che sostavano nello spazio pubblico spesso - è vero - esagerando, ma anche qui è degenerata nell’«abolizione di qualsiasi gioco» sotto la loggia, poi ritirata. È degli ultimi giorni la mozione anti-aborto e famiglie gay del consigliere Vittorio Zanini (stralciata tra polemiche, petizioni e sit-in di protesta) e la “promozione” della manifestazione dei nostalgici della Rsi nel giorno della Memoria.
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