Funghi mortali al mercato Erano mescolati agli altri

Esposti a Padova in una cassetta, provenivano da un rivenditore di Postioma: sfiorata la tragedia. Interviene l’Usl. Immediato il sequestro

Il nome scientifico è Amanita phalloides, ma è noto come ovolo bastardo, angelo della morte o angelo sterminatore. Parole che spiegano già tutto: è un fungo bello e mortale. Basta ingerirne 30 grammi, i danni al fegato sono irreversibili e si scivola verso la morte. Due esemplari del velenosissimo fungo sono stati sequestrati in una cassetta di due chili e 400 grammi di ovoli buoni (l’Amanita caesarea) in vendita al Maap, il Mercato agroalimentare di Padova in corso Stati Uniti 50. Provenivano da una partita di 5 cassette di Amanita caesarea che la ditta veneziana Paolo Galeazzo srl aveva acquistato da Paganini srl con sede a Postioma di Paese. Una partita certificata dal micologo dell’azienda trevigiana, destinata a finire in vendita in un supermercato o in un negozio di ortofrutta. E poi nel piatto, per essere consumata cruda o cotta. Sequestrata la cassetta “incriminata” come i due esemplari di funghi: il controllo e il provvedimento di sequestro sono stati eseguiti da due micologi dell’Usl 16 in servizio del Dipartimento igiene, alimenti e nutrizione. Subito allertata l’Usl 9 di Treviso, ente nella cui competenza opera il primo distributore italiano dei due funghi sotto accusa. Informata la Regione. La certezza è comune: è stata sfiorata la tragedia.

Giovedì 9 ottobre, ore 7. È una normale mattinata per i micologi dell’Usl 16 che, quotidianamente, controllano i funghi in vendita al Maap. Nello spazio espositivo della ditta Galeazzo attirano l’attenzione 3 cassette di ovoli buoni (l’Amanita caesarea): sono esposti e certificati dalla perizia del micologo D.G. che lavora per la Paganini di Postioma. Non sono ancora pronti per la consumazione in quanto allo stadio di ovolo chiuso: il che significa che non è evidente la colorazione rosso aranciata tipica del cappello dell’Amanita commestibile. In via precauzionale i due micologi procedono a un controllo più approfondito. Con una semplice incisione. E così spunta un “cappello” di colore diverso, quello tipico della mortale Amanita phalloides. I due funghi sequestrati sono stati messi in congelatore e affidati alla custodia giudiziale del legale rappresentante della Galeazzo, Luigi Campagnaro di Salzano. «Tutti i funghi sospetti non sono più nel mercato» confermano fonti del Dipartimento di igiene alimentare del Veneto, «Ecco perché non è scattato l’allerta alle altre Usl regionali. Questa vicenda dimostra che i controlli preventivi hanno funzionato. E bene». Per il consumatore, nessun rischio. «Comunque è opportuno sapere che il privato può far controllare i funghi da lui raccolti ai micologi dell’Usl. E gratuitamente».

Normale chiedersi: era un incidente evitabile? «Al micologo non dovrebbe sfuggire la distinzione fra i due funghi. È un fatto grave» spiega Eugenio Bittante, esperto del Gruppo micologico di Cittadella «L’amanita caesarea e l’Amanita phalloides solo racchiuse in un velo che avvolge il fungo nei primordi e ha forme leggermente diverse. Nel fungo commestibile la parte più alta è arrotondata e la parte bassa è più sottile, quando si apre il cappello è rosso-aranciato e il gambo giallo. Nel fungo velenoso la parte arrotondata della volva, più spugnosa, è quella verso terra mentre il cappello è verde-brunastro con il gambo bianco». È probabile che per l’importatore scatti una denuncia per commercio di sostanze alimentari nocive.

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