Fulmine si abbatte sul tetto della casa 68enne muore avvolto dalle fiamme

Santino Della Colletta ha perso la vita cercando di spegnere il rogo da solo. Ustionate e intossicate la sorella e la cugina 
Francesca Gallo
Allegranzi Vittorio Veneto Incendio mortale
Allegranzi Vittorio Veneto Incendio mortale

VITTORIO VENETO

Muore nell’incendio della sua casa colpita da un fulmine. Una tragedia inaspettata si è consumata ieri pomeriggio in via Casalta a San Giacomo di Veglia. Santino Della Colletta è morto nel rogo della sua abitazione che in pochi minuti si è trasformata in una trappola mortale. Aveva 68 anni, era in pensione da due. Per lui non c’è stato nulla da fare, mentre la sorella Celina, 56 anni, e la cugina Tiziana, di 55 anni, seppure intossicate, sono riuscite a sfuggire al fuoco che aveva avvolto la vecchia casa di famiglia dove vivevano.

L’INCENDIO

Sono le 16 e sopra San Giacomo di Veglia, un furioso temporale sta imperversando, il cielo è plumbeo, solcato da improvvisi lampi. Santino e le due donne sono rintanati nella loro casa. Il vento sferza l’acqua contro i vetri, all’improvviso un boato, potente, secco, accompagnato da un bagliore fugace. In casa salta la corrente elettrica e subito dopo si sente un odore di bruciato. Santino corre sulla scala interna, raggiungendo il sottotetto, al terzo piano. Lì c’è il contatore dell’energia elettrica. Neanche il tempo di rendersi conto di ciò che è successo, che l’uomo è investito da una densa nube di fumo. Soffocato, cerca disperatamente di aprire la finestra per tentare di respirare.

I SOCCORSI

I vicini lo vedono e gli urlano di buttarsi giù. Nel tentativo di attutire l’impatto, sistemano un divano. Santino, però, è stordito, intontito dal fumo, tenta di lanciarsi nel vuoto ma non ce la Sono attimi concitati. I vicini lo vedono cadere all’indietro, proprio nella stanza ormai preda del fuoco. Il poveretto morirà carbonizzato dopo poco. La sorella Celina e la cugina Tiziana, seppure in preda allo choc, riescono a uscire dall’inferno della casa. Sono leggermente ustionate e con un principio di intossicazione, ma sono salve. I vicini, attoniti, hanno ancora negli occhi l’orrore del volto ustionato di Santino che li fissava dalla finestra del sottotetto.

LO CHOC

La tragedia ormai si è consumata e per lui non c’è più nulla da fare. Tempo pochi minuti e il fuoco si leva minaccioso dalla vecchia casa, composta in gran parte in legno. Sul posto arriva una vera e propria task force di soccorritori. Ci sono i mezzi dei vigili del fuoco, l’ambulanza accompagnata dall’automedica, persino l’elicottero del Suem e i carabinieri. L’incendio è di grosse proporzioni, i pompieri non hanno davanti un lavoro agevole. Devono lottare con tutta la loro esperienza e il loro coraggio per venire a capo del rogo. Il lavoro dei vigili del fuoco è incessante, mentre il corpo straziato di Santino è ancora lì, nel sottotetto che è diventato in pochi minuti una prigione infernale.

IL RECUPERO DELLA SALMA

Solo in tarda serata sarà recuperato. Sul posto arriva il sindaco Antonio Miatto, accompagnato dall’assessore Ennio Antiga. Il sindaco è stato a lungo accanto alle due donne scampate al rogo. Ada accompagnarlo anche le assistenti sociali del Comune, che avevano già avuto con loro dei rapporti. Oltre al dolore fisico, sorella e cugina vivono lo strazio della morte assurda di Santino e della perdita della loro casa di famiglia.

«SERVE UNA CASA»

«Ora dovremo occuparci di trovare loro una sistemazione abitativa», dice il sindaco Miatto, colpito dalla tragedia. «Il servizio sociale aveva già avuto dei contatti con questa famiglia, la macchina si è già messa in moto per potare sollievo alla loro condizione. Abbiamo anche già contattato i parenti di Santino, un fratello vive in America». Il passaparola ha presto mobilitato la curiosità della gente. In tanti sono accorsi in via Casalta, ma la curiosità si è presto trasformata in un silenzio doloroso. «Santino è morto», la notizia si è sparsa, provocando un’ondata di commozione. «Era un brav’uomo, che aiutava tutti. No, non doveva proprio fare una fine così». —



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