Finte rottamazioni per rivendere le auto meccanici a processo

Imputati padre e figlio sorpresi a commerciare i veicoli Il comandante della Polstrada: «Obblighi non rispettati»
Di Diego Bortolotto
FERRO - CS RESOCONTO GDF 2009 FERRO - CS RESOCONTO GDF 2009
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SAN FIOR

L’autodemolizioni Cettolin finisce nei guai con la giustizia. Sotto accusa padre e figlio. La polizia stradale ha accertato che i veicoli venivano rottamati solo sulla carta, ma poi erano commercializzati per essere venduti all’estero. Ieri il comandante della stradale di Vittorio Veneto Giancarlo Lorenzet ha raccontato al giudice del tribunale di Conegliano come fu accertata la circostanza. «Avevano l’obbligo di procedere alla rottamazione, ma mettevano i veicoli in vendita», ha dichiarato il comandante della polizia di Vittorio Veneto.

Nell’agosto 2008 gli agenti constatarono da un rivenditore di Revine Lago la presenza di un autocarro che formalmente era stato rottamato. La cosa risultò anomala anche perché il numero di telaio era stato tolto e seguirono perciò degli approfondimenti. Da lì la polizia stradale arrivò in via Brandolini a Castello Roganzuolo, all’autodemolizioni Cettolin. Secondo gli inquirenti, che incrociarono i dati con i registri della rottamazione, almeno dodici veicoli che sulla carta erano stati rottamati si trovavano in commercio. Tra questi una Bmw 520, una Mercedes 200, un’Audi A6, una moto Yamaha. Sarebbero stati pronti per andare sui mercati esteri, dove anche un rottame può valere. Sul banco degli imputati sono saliti Gino e Alberto Cettolin, padre e figlio che gestiscono l’autodemolizioni e la vendita di mezzi usati sorta nel 1972. Devono rispondere della violazione del decreto legislativo sui veicoli fuori uso in base alle normative europee. La difesa aveva domandato in via preliminare l’assoluzione di Gino Cettolin, perché in pensione dal 2004 e perciò non più formalmente in azienda. Il giudice si è riservato la decisione in base alle risultanze dell’istruttoria.

Il comandante della stradale ha riferito nel merito che il pensionato sia all’epoca che tuttora «collabora in azienda», ma non sa in quale veste. Ieri è stata ascoltata anche una delle proprietarie di una vettura che dopo un incidente doveva essere rottamata. La donna ha mostrato il certificato di rottamazione, dicendo comunque di non essere mai entrata in contatto con la Cettolin ma di aver fatto tutto attraverso un soccorso stradale. Il processo è stato rinviato all’udienza del 18 luglio perché dovranno essere interrogati altri proprietari di veicoli.

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