Fantoccio del Duce appeso a testa in giù alla loggia dei Grani

VITTORIO VENETO. Fantoccio di Benito Mussolini appeso con la testa in giù alla loggia dei Grani. Choc ieri mattina in piazza Minucci a Serravalle. Il manichino, completamente nero e con indosso una maschera che richiamava gli inconfondibili lineamenti del Duce, è comparso in pieno centro storico creando stupore e sconcerto tra i residenti e commercianti. Il fantoccio aveva i piedi legati a una corda con la quale era stato poi appeso a penzoloni sulla terrazza balaustrata sopra la piazza. Un episodio non casuale, visto che il proprio il giorno precedente, il 28 aprile, ricorreva il settantesimo anniversario della morte di Mussolini. Il cui corpo, insieme a quello della sua amante “Claretta” Petacci, vennero appesi a testa in giù il 29 aprile 1945 in piazzale Loreto a Milano. La plateale messa in scena ha fin da subito assunto toni politici visto che si è consumata in una città simbolo della Resistenza trevigiana e a pochi giorni dalle celebrazioni del 25 Aprile. In piazza Minucci si è recato il sindaco Roberto Tonon, accompagnato dal comandante della polizia locale, Ezio Camerin. Il manichino è stato rimosso dai vigili poco dopo le 10. «Non ci sono al momento rivendicazioni», fa sapere Camerin, «stiamo cercando di risalire agli autori. Fortunatamente non sono stati fatti danni. Si è trattato di un gesto di cattivo gusto e di difficile comprensione». Gli autori del gesto hanno potuto agire in tutta tranquillità. «Le telecamere della zona in questi giorni sono in manutenzione», fa sapere il comandante. «Le indagini sono comunque aperte». «Chissà da chi proviene la provocazione», si chiede Michele Bastanzetti, storico commentatore cittadino, interpretando gli interrogativi di molti. «in ogni caso il nostro resta un popolo altamente immaturo, incapace di affrontare la propria storia con la dovuta serietà e serenità». Convinto della matrice politica è invece l’ex sindaco Gianantonio Da Re: «La concomitanza delle date e gli anniversari sono significative. Non è una bravata. Decisamente si tratta un atto politico». Il sindaco Roberto Tonon è tranchant: «Non commento perché questa cosa merita solo di essere ignorata».
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