Evasi dai domiciliari per bere uno spritz

Evasi per bere una paio di spritz al bar del paese. Per prendersi una pausa e magari fare uno strappo alla ferrea regola della comunità alloggio nella quale erano ospitati. Ma non si può. Una bravata che i due fuggitivi, Giorgio Salafia e Salvatore D’Ambrogio, non pensavano certo di pagare così caro.
Quando si sono trovati davanti i carabinieri del nucleo radio mobile di Treviso quasi hanno sbarrato gli occhi increduli. «In fin dei conti » hanno detto, «non eravamo scappati, eravamo solo venuti a bere un aperitivo, poi tornavamo a casa». I due erano alloggiati nella comunità della Caritas diocesana, a Varago di Maserada, una struttura gestita dal clero dove molte persone senza fissa dimora possono trovare ospitalità soprattutto se, come nel loro caso, obbligati a scontare una pena detentiva un un luogo preciso. Salafia, 69 anni, doveva scontare una condanna a tre anni e 8 mesi di carcere per spaccio, mentre Salvatore D'Ambrosio, 43 anni, una pena residua di un anno e 6 mesi.
L'evasione dei due è stata scoperta non appena i carabinieri sono arrivati alla comunità per verificare (come tutti i giorni) che i due fossero al loro posto. Giunti a Varago però hanno constatato l’assenza di entrambi e fatto scattare le ricerche ad ampio raggio. La caccia però è durata appena cinque minuti, il tempo di rivolgersi al vicino bar di Maserada per chiedere informazioni. I due evasi erano lì, al bancone, serenamente intenti a chiacchierare davanti ad uno spritz. I due sono stati arrestati per evasione ma pare verranno ri affidati alla stessa comunità di via Don Pastega che li aveva accolti fino a due giorni fa. Non è la prima volta che i carabinieri sono costretti a dare la caccia a evasori dai domiciliari, più o meno pericolosi. In molti casi la fuga si risolve in pochi minuti, come l’ultimo caso avvenuto nei dintorni di Carbonera (il fuggitivo era andato a fare un giro in bicicletta per conto suo).
Il caso più clamoroso però è avvenuto a Treviso dove l’evaso, sapendo che i carabinieri sarebbero andati a cercarlo a casa, ha lasciato un cartello alla porta con il numero di cellulare e la scritta: «Scusate, torno subito». Era andato a recuperare la bicicletta che aveva lasciato alcuni giorni prima davanti al supermercato, disse.
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