Escherichia Coli oltre i limiti nell’acquedotto di Conegliano, il sindaco: «Già fatta la disinfezione»

CONEGLIANO. Superati in due casi, nei giorni scorsi, i parametri di concentrazione di batteri coliformi ed Escherichia coli nei prelievi dell’acqua dalla rete acquedottistica di Conegliano. L’unità operativa complessa del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione del dipartimento di prevenzione dell’Usl 2 ha chiesto al Comune l’emissione di un’ordinanza di «divieto d’uso d’acqua a scopo alimentare potabile se non previa bollitura in tutto il Comune di Conegliano, in attesa di adeguati interventi volti alla risoluzione del problema evidenziato».
Il sindaco Fabio Chies ieri però ha rassicurato: «Ci siamo attivati subito con Piave Servizi, sono state attuate le procedure previste, per cui l’acqua adesso è potabile».
I PRELIEVI A CAMPIONE. Il prelievo, come avviene di routine, è stato effettuato il 29 maggio da Arpav nell’acquedotto, in due punti: nel rubinetto di un bagno del distretto sanitario di via Galvani e nella fontana pubblica di via Papa Giovanni XXIII. L’Escherichia coli è risultata 1Ufc/100 ml (dovrebbe essere 0). I batteri coliformi invece risultano essere di 5 Ufc/100 ml nella fontana, mentre di ben 13 Ufc nel bagno dei distretto sanitario. Il cloro residuo invece era pari a zero. Venerdì Arpav ha comunicato i dati all’Usl 2, che si è immediatamente attivata con il Comune di Conegliano e con Piave Servizi.
LE COMUNICAZIONI USL. La dottoressa Paola Corziali del Servizio Igiene degli Alimenti ha proposto a Piave Servizi di «adottare gli accorgimenti tecnici atti a ripristinare la potabilità dell’acqua erogata o in alternativa, qualora non sia fattibile tempestivamente, attivare sistemi alternativi di fornitura di acqua potabile». Al sindaco Fabio Chies l’invito pervenuto dall’azienda sanitaria era stato quello di emanare una ordinanza perché l’acqua ad uso alimentare fosse utilizzata solo dopo essere stata bollita. Per gli altri utilizzi, eccetto quello alimentare, non erano previste limitazioni.
DUBBI SULLE CAUSE.Saranno eseguiti accertamenti per capire cosa abbia provocato l’inquinamento. «La presenza di Escherichia coli (o dei coliformi fecali in generale) – spiegano le direttive in generale del Ministero della salute - indica un recente inquinamento fecale, dovuto probabilmente ad una inadeguata disinfezione o ad una mancanza di integrità del sistema idrico».
Cosa abbia causa gli sforamenti al momento non è chiaro e proseguiranno le verifiche. Non sono scattate procedure di emergenza, poiché i valori che il 29 maggio erano stati superati sono poi rientrati. Il Comune quindi fa sapere che l’acqua si può bere a Conegliano. «Non ci sono problemi per la salute, l’ente gestore da noi immediatamente contattato ha attivato i sistemi di disinfezione in via precauzionale in attesa delle controanalisi come da procedura – spiega il sindaco Chies - le quali hanno rilevato risultati assolutamente negativi e quindi confermato l’assoluta potabilità dell’acqua».
LA PROCEDURA. «Quando c’è un campionamento fuori dai parametri - continua il primo cittadino - Piave Servizi attiva subito la disinfezione e c’è stato un secondo campionamento. In base a questo secondo campionamento non ci sono sforamenti dei parametri. Non c’è quindi nessun problema, è tutto a posto». Restano i dubbi su ciò che possa avere determinato il doppio campionamento fuori dai parametri.
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