Dopo la morte di Elia a Montebelluna: «Basta sangue sulle strade, la sicurezza si insegni a scuola»

Paola Conte, dell'associazione  che riunisce vittime e familiari, ha chiesto al ministro Fraccaro di far applicare una legge del ’91 per l’insegnamento del codice

TREVISO. «Basta proclami e basta pacche sulle spalle: bisogna agire subito». Paola Conte, dell'Associazione Italiana familiari e vittime della strada, Aifvs, è categorica: «Quanti giovani devono ancora morire per dare vita a un'azione tangibile nell'impegno alla prevenzione dei disastri stradali?». La morte del diciannovenne di Caerano ha riportato di nuovo in primo piano la strage sulle strade.

la proposta al ministro. «Sabato scorso a Riese ho incontrato il ministro Riccardo Fraccaro e gli ho chiesto di farsi portavoce al Governo perché i ministri competenti facciano applicare la legge sull'educazione stradale prevista dal Codice della Strada già dal 1991» commenta Paola Conte. Che torna a martellare sull'educazione a scuola: le leggi ci sono ma non vengono applicate. Un ritornello già sentito. «Prevede che tale disciplina venga divulgata in ogni scuola di ogni ordine e grado. L'educazione stradale come l'educazione civica non può essere un optional, non si può lasciare alla buona volontà dell'Aifvs o di altre associazioni della Polizia stradale e Locale, della CRI. Abbiamo la possibilità di raggiungere solo pochi studenti rispetto alla necessità reale: bisogna che la legge diventi realtà».

Schianto contro un muro a Montebelluna: Elia è morto a 19 anni


i ragazzi e la scuola. Anzi, Paola Conte spiega come in realtà siano gli stessi studenti della provincia di Treviso e della Marca Occidentale a voler svolgere corsi e lezioni sull'educazione stradale: «Sono loro stessi che chiedono vengano estesi a tutti i loro compagni i nostri corsi, perché noi non parliamo di regole ma di scelte, di rispetto della vita altrui e degli altri, a loro parliamo delle conseguenze, a loro parliamo di come può cambiare la vita in un attimo e magari per una piccola disattenzione o per aver sottovalutato la stanchezza, l'importanza di essere sobri quando si guida, per aver spinto sull'acceleratore magari per arrivare solo cinque minuti prima sulla strada non si scherza». Paola Conte tiene tra le mani i volti di troppi ragazzi senza vita. «Ai giovani chiediamo si facciano ambasciatori di sicurezza stradale: chi ha vissuto in prima persona racconti la sua storia e perché si poteva evitare. E agli studenti che divulghino quanto appreso». Non è solo un prezzo di vite umane, ma anche di cure per coloro che restano invalidi dopo gli incidenti: per lo Stato è un costo sociale che ammonta a circa trenta miliardi di euro l’anno. 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso