Delitto di Conegliano, l’ex marito colpito da malore in cella: «Mi voglio suicidare»

Enzo Lorenzon è stato soccorso in ospedale. Ieri l’incontro con l’avvocato Martina Pinciroli che difende anche la dominicana: «È sconvolto»

Federico Cipolla
Nel tondino, Lorenzon inginocchiato il giorno del funerale
Nel tondino, Lorenzon inginocchiato il giorno del funerale

Si dicono esterrefatti e si professano innocenti i quattro arrestati per l’omicidio premeditato di Margherita Ceschin.

Ieri Enzo Lorenzon, ex marito della donna, la sua compagna Dileysi Lorenzo Guzman, Juan Maria Guzman e Sergio Luciano Lorenzo hanno incontrato in carcere i loro legali, Martina Pinciroli per i primi due, e Fabio Crea per i secondi.

Enzo Lorenzon, 80 anni, considerato il mandante dell’omicidio dell’ex moglie per ragioni economiche, è apparso confuso nell’incontro con il legale nel carcere di Santa Bona. «È sconvolto per l’arresto e per quello che è successo il 23 giugno.

Ha minacciato di togliersi la vita e sabato ha avuto un malore che l’ha fatto finire all’ospedale. Sono andata in infermeria per capire se le sue condizioni di salute siano compatibili con la detenzione in carcere. È molto provato». L’avvocato Pinciroli chiederà che possa essere affidato ad una struttura esterna. «Non si riconosce in questa ricostruzione dei fatti», ha riferito il legale.

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Come a dire che non abbia negato ogni contatto, ma che non si sia spinto fino a chiedere di uccidere l’ex compagna. «Ora non è il momento di affrontare tutti gli elementi di indagine, anche perché a disposizione abbiamo solo il verbale di fermo, che è un atto complesso. Domani (oggi) nell’interrogatorio di convalida si avvarrà della facoltà di non rispondere. Si è detto preoccupato soprattutto per la compagna e suo figlio», conclude il legale.

Gli inquirenti attribuiscono a lui e a Dileysi Lorenzo Guzman l’idea di uccidere Margherita Ceschin per ragioni economiche. Lorenzon, dalla separazione che sarebbe avvenuta per i suoi tradimenti, ha versato alla ex un assegno di mantenimento di 10 mila euro al mese. In queste settimane erano in corso le pratiche di divorzio, attraverso le quali Lorenzon averebbe voluto ridurre quel versamento e escludere Ceschin da introiti dell’azienda e dalla possibilità di ricevere parte del suo patrimonio milionario in caso di morte. Patrimonio che invece avrebbe potuto in parte andare alla nuova compagna in caso di matrimonio.

Questo è il movente per gli inquirenti.

Dileysi Guzman è detenuta nel carcere della giudecca, e, nel colloquio con l’avvocato Pinciroli si è detta completamente innocente, e all’oscuro di eventuali piani criminali, interrompendosi più volte in un pianto disperato.

«Nelle intercettazioni le mie parole sono state equivocate. Parlavo di altro», ha riferito. «È preoccupata per il figlio di 11 anni, anche il suo cellulare è stato sequestrato ed era l’unico modo per mettersi in contatto con il padre che vive negli Stati Uniti».

La 32enne ha poi spiegato di aver avuto in programma un viaggio per tornare a casa, «ma l’avevo posticipato perché le condizioni di salute di Enzo erano peggiorate».

Dileysi è la cugina di Sergio Luciano Lorenzo, considerato dagli inquirenti una delle tre persone che il 23 giugno si sono recate a Conegliano per uccidere Margherita Ceschin. Lui, 38 anni, residente a San Biagio, sarebbe rimasto all’esterno della casa di via XVIII Aprile. Sergio Luciano Lorenzo sarebbe stato coinvolto nel piano organizzato da un altro dominicano, Juan Maria Guzman, anche lui in carcere a Treviso.

Entrambi oggi nell’interrogatorio di convalida con il gip Marco Biagetti si avvarranno della facoltà di non rispondere, ha riferito il loro legale Fabio Crea dopo averli incontrati. «Sono rimasti sorpresi dall’arresto e dall’accusa.

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Si dichiarano estranei a qualsiasi ipotesi che viene loro contestata e quindi domani (oggi ndr) ci avvarremo della facoltà di non rispondere, anche in considerazione del fatto che non abbiamo avuto la possibilità di accedere al fascicolo del pubblico ministero che è stato depositato solamente nel tardo pomeriggio di sabato al giudice indagini preliminari». Per l’avvocato Crea i rapporti con Lorenzon erano legai al fatto che «Sergio Lorenzo è cugino della sua compagna. Si tratta di un normale rapporto parentale, per il quale c’era anche una conoscenza con il signor Lorenzon. In questo senso si giustificano quelli che gli inquirenti indicano come dei contatti tra lui e la cugina e Lorenzon. Arrestati per il pericolo di fuga? Lo escludono in maniera categorica. Anche perché hanno moglie e figli qui a Treviso, sono radicati e non hanno alcun precedente. La vittima? Hanno detto di non conoscerla neppure»

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