Dall’elisir di Gentilini a Luciano Benetton: Treviso resa famosa dai suoi “over”

Lo sceriffo: «Mangiare bene e bere meglio». Le gare di sci di Aldo Bordignon a 87 anni 
Jean-Charles de Castelbajac;luciano benetton;oliviero toscani
Jean-Charles de Castelbajac;luciano benetton;oliviero toscani

TREVISO. Vecchi a chi? Acciaccati? Ma manco per idea. Guidano aziende, fanno sport, riescono a muovere voti e a fare opinione pubblica. A 80 anni suonati, i trevigiani famosi sono tantissimi. Senza la presunzione di volerli citare tutti, se si pensa alla Marca saltano subito alla mente i nomi di Luciano Benetton (84 anni il 13 maggio), ovviamente di Giancarlo Gentilini (90 anni il 3 agosto). Poi a regger le fila della città fino all’altro giorno c’era Dino De Poli, pure lui prossimo ai mitici 90 (24 agosto).

Il suo nome per decenni è stato legato a doppio filo a quello di Fondazione Cassamarca. «Mangiar bene, nostrano, veneto; bere bene, perché il Prosecco è il nettare degli dei». Poi ci aggiunge la sicurezza «è stata la mia battaglia quando ero sindaco». Poteva mancare l’accenno alla razza Piave? Per Giancarlo Gentilini ovviamente no. Novello sposo in seconde nozze il 26 maggio dello scorso anno, a prescindere dal suo ruolo politico, è la rappresentazione del teorema sull’invecchiamento felice made in Treviso. «A Treviso si vive benissimo, perché è una città pulita, sicura. Anche grazie a me».

E manco a dirlo non risparmia la stoccata «alle amministrazioni bolsceviche». Tant’è. Quando lo si vede in giro sprizzare energia da ogni poro, in tanti si chiedono «ma come diavolo fa?». E che dire di Luciano Benetton. Ottuagenario di Marca doc, da poco si è ripreso le redini dell’azienda di famiglia. Insieme a Jean-Charles de Castelbajac (69 anni) e Oliviero Toscani (77 anni) ha delineato il futuro dei Colors famoso del mondo. Insieme, loro tre, fanno 228 anni.

Come dire: giovani, scansatevi, perché le idee non imbiancano come i capelli. Gli esempi di super nonni di Marca di certo non si esaurisce qui. Quest’inverno sulle piste sfrecciava Aldo Bordignon, 87 primavere suonate. Un nome ben noto allo sport trevigiano: dopo aver guidato da presidente e sponsor (con il marchio Liberti) il basket Treviso dalla B alla A1 tra gli anni ’70 e ‘80, ha ceduto la squadra a Gilberto Benetton.

«Quando ci sono gare, io le faccio», aveva detto con il caschetto e la maschera da sci. «Io ho sempre praticato tutti gli sport: sono andato a cavallo, ho giocato a calcio, a tennis. A sciare ho cominciato a 50 anni. A basket no, con la mia statura non potevo, allora l’ho gestito». Non fa una piega il suo ragionamento. Ma come dimenticare Bepi Zambon, che da over 70 insegna ancora i segreti del tennis.

Ci sono anche docenti, come il fine economista Ferruccio Bresolin, over 80 primavere. Poi ci sono storici imprenditori, ancora presenti in azienda, come Remo Mosole, Bepi De’ Longhi, Paolo Fassa. Ma non ci sono solo nomi importanti. Ci sono nonni, bis e trisnonni poco famosi ma molto attivi. Non manca giorno che si celebri un quota 100. E in questo caso non si parla di pensioni e governo, ma proprio di età anagrafica. Il binomio secondo cui anziano significa triste e solo, a Treviso è diventato preistoria. 

 

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