Culla abbandonata vicino al Sile a Treviso, è giallo

TREVISO. La culla vuota di un passeggino abbandonata sul marciapiede di Ponte Ottavi, a due passi dal Sile. Un’auto vista allontanarsi da quel punto poco prima del ritrovamento. Le orme sulla neve fresca di qualcuno che, per qualche motivo, ha lasciato la culla in quel punto e se n’è andato. Tessere di un puzzle non ancora risolto, che da domenica sera tiene con il fiato sospeso i vigili del fuoco, i loro sommozzatori e i carabinieri, tutti impegnati a cercare gli indizi che permettano di scrivere il finale della storia.
Nella più terribile delle ipotesi, un brutale infanticidio ancora senza colpevoli; o ancora, il suicidio di un genitore con il figlio in braccio; nel caso più banale, un oggetto dimenticato o abbandonato per disfarsene. Non sono arrivate denunce di scomparse. I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno scandagliato i fondali del Sile fino alle chiuse di Ponte San Martino, due chilometri passati al setaccio dalle 20 di domenica sera alle 16 di ieri, senza trovare oggetti particolari né il corpo. «Da domenica le chiuse sono sempre rimaste abbassate» spiega una fonte degli inquirenti, «se qualcosa fosse stato gettato nel Sile, sarebbe stato intercettato all’altezza di Ponte San Martino».
Il ritrovamento. Eppure è troppo poco per far stare tranquilli gli investigatori. Sono circa le 20 di domenica, e a Treviso nevica forte, quando un’anziana della zona nota la culla abbandonata. Tecnicamente è la “navicella” di un passeggino, la parte superiore in cui viene adagiato il neonato. Accanto ci sono anche i supporti per allacciarla ai seggiolini dell’automobile. La donna si allarma perché non sembra un rifiuto lasciato lì per caso: la navicella è in buone condizioni. E poi il luogo del ritrovamento, il marciapiede all’imbocco del ponte sul Sile, pericolosamente vicino all’acqua. Telefona al 112 e confessa i suoi dubbi; riferisce anche di aver notato, poco prima delle 20, un’auto ferma sul luogo del ritrovamento. I carabinieri prendono sul serio la segnalazione e mettono in moto la macchina dei soccorsi. Si inizia a lavorare sull’ipotesi peggiore e tutte le forze vengono messe in campo.
Le indagini. Sotto la neve, distraendo uomini e mezzi dalle altre emergenze che stanno interessando la Marca, i vigili del fuoco lavorano senza sosta. Mentre la polizia locale chiude l’accesso al ponte, i sommozzatori armati di pile scandagliano i fondali e le rive del Sile. È buio pesto ma le ricerche vanno avanti per tutta la notte, arrivando fino al centro, a Ponte San Martino. Lunedì mattina, approfittando della luce del giorno e dopo che la neve si è sciolta, riprendono a spron battuto. Dai fondali del Sile riemergono vari oggetti, tra cui una collana, un portafoglio e un tablet, ma nessuno viene collegato alla culla abbandonata. I sommozzatori arrivano, di nuovo, fino a Ponte San Martino, ma l’esito è ancora negativo. Oggi le ricerche non riprenderanno una terza volta, a meno che non ci siano sviluppi investigativi.
Le ipotesi. Per venire a capo del rebus i carabinieri di Treviso hanno anche sequestrato la navicella e i supporti ritrovati sulle rive del fiume. Accanto agli oggetti sono state rinvenute le impronte di qualcuno sulla neve, traccia che non ha portato alla svolta del caso. Il primo controllo ha dato esito negativo: non risultano denunce per neonati scomparsi. Un ipotetico gesto estremo da parte di un genitore non ha ancora trovato consistenza: lo scenario sarebbe di per sé verosimile, ma manca - fortunatamente - il corpo. Per ora. Perché nelle prossime ore, pur avendo interrotto le ricerche all’interno del Sile, qualsiasi indizio che possa dare informazioni utili sarà preso in considerazione. Se arriverà, i carabinieri potrebbero decidere anche di disporre verifiche sugli ultimi nati a Treviso. Restano le ipotesi più banali, un abbandono volontario della culla trasformata in rifiuto (ma l’oggetto è in ottime condizioni) o una dimenticanza al momento di caricare il pargolo in auto.
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