Conegliano, pusher di cocaina in cella: è caccia ai grossisti
Il commissariato sta setacciando i collegamenti tra spacciatori e fornitori. A Novara prosegue l’inchiesta sul dark web. La città è sotto shock anche per la vicenda dell’universitario arrestato a lezione

Clienti ne avevano di ogni categoria sociale, i due spacciatori arrestati nei giorni scorsi dal commissariato di polizia, da operai a professionisti, clienti che ordinavano le dosi e la consegna della cocaina (oppure eroina) era fatta con il metodo dello “stop and go”.
Il metodo stop and go
Lo spacciatore arrivava in bicicletta con la dose nascosta in bocca, si avvicinava all'auto del cliente di turno, che si fermava un attimo e apriva il finestrino lato guida, il cliente prendeva l'eroina o la cocaina e in cambio dava il denaro allo spacciatore. Il tutto avveniva alla luce del sole, davanti all'ufficio centrale delle Poste centrali, l'oratorio di San Martino e il Collegio Immacolata.
Questi infatti erano i luoghi in cui operavano i due nigeriani di 32 e 37 anni arrestati dalla polizia. Uno era particolarmente riconoscibile, poiché girava su una piccola bici con due grosse ruote. Erano i fattorini della droga: uno a tempo pieno, l'altro un operaio che arrotondava o più probabilmente aveva trovato un'attività più redditizia.
L’inchiesta e i clienti
È attraverso un'indagine classica, fatta anche di appostamenti e interrogatori dei clienti, che gli agenti del commissariato sono arrivati ad ricostruire il giro d'affari. Tra di loro c'è chi ha confessato di avere comprato 300 dosi, altri un centinaio, coneglianesi che hanno speso un patrimonio perché dipendenti dalle sostanze stupefacenti, uno fino a 21mila euro, altri per migliaia di euro.
«droga di buona qualità»
«Era cocaina di buona qualità», ha riferito uno dei tossicodipendenti agli inquirenti. L'indagine ha smantellato un giro illecito in centro città che proseguiva dal 2023. In passato chi voleva rifornirsi di droga dai nigeriani andava di solito a Mestre. Negli ultimi due anni gli inquirenti hanno evidenziato come lo spaccio si fosse espanso a Conegliano. Il blitz in via Lazzarin, la sala slot in piazza IV Novembre luogo d'incontro tra pusher e clienti, la consegna delle dosi davanti a scuole e oratori: il centro della città era assediato dalla droga. E sul fronte degli incassi proseguiranno gli accertamenti.
Il secondo livello
Se è vero che non sono state rinvenute ingenti somme di denaro (in tutto sui 35mila euro, come provento di spaccio), il sospetto è che i contanti fossero inviati in tempo reale all'estero attraverso money transfer, anche per rifornirsi di nuova sostanza. Le indagini proseguiranno ora sul secondo livello, ovvero la caccia dei fornitori all'ingrosso. Ciò che è certo è che a Conegliano arrivavano fino a poche settimane fa veri fiumi di cocaina ed eroina. Il commissariato di polizia ha certificato migliaia di cessioni tra il 2023 e il 2024. I carabinieri avevano smantellato un'altra centrale in via Manin, dove erano nascoste in un appartamento oltre 400 dosi pronte per essere vendute.
L’indagine sul dark web
Ed è sempre la polizia di Stato, questa volta di Novara, ad ad indagare sull’altro giro di droga che non coinvolge la città di Conegliano, ma ha visto finire in manette uno studente coneglianese di 23 anni (pochi giorni dopo un novarese di 22 anni). Il giovane è accusato di aver realizzato nel suo alloggio di universitario fuori sede a Trieste (studente di Chimica) un laboratorio artigianale per la sintesi delle sostanze che servono a produrre metanfetamina e altre droghe di ultima generazione che vanno per la maggiore sul dark web. Lo hanno catturato mentre si trovava a lezione in ateneo.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso