Morta dopo l’intervento in colonscopia. Non basta l’autopsia, disposte altre analisi
L’esame effettuato in day hospital a Conegliano ha confermato lo shock settico. Ma per capire le cause del decesso di Daniela Schiocchet servono test in laboratorio
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L’autopsia non scioglie i dubbi sulla causa della morte di Daniela Schiocchet, 68 anni, la pensionata coneglianese morta il 9 febbraio scorso, due giorni dopo essere stata sottoposta a una colonscopia all’ospedale di Conegliano.
Al medico legale veneziano Antonello Cirnelli, incaricato dal pubblico ministero Anna Ortica di effettuare l’esame autoptico, sono servite tre ore per arrivare alla conclusione che la pensionata coneglianese è morta per shock settico. Ma cosa l’abbia causato non è stato ancora stabilito.
Nuovi esami
Stando a quanto appreso l’anziana, dopo il secondo ricovero, era stata sottoposta ad una Tac perché c’erano forti sospetti che la colonscopia avesse perforato l’intestino. Era stata poi sottoposta ad un intervento chirurgico nel corso del quale era stata tolta una parte dell’intestino per vedere se era stato perforato.
Ora serviranno ulteriori esami di laboratorio, tra i quali quelli istologici, per avere un quadro più chiaro di quello che è successo. Non ha certo aiutato l’autopsia il sezionamento di alcuni frammenti dell’intestino fatti all’ospedale di Conegliano. Per questo motivo saranno inviati al medico legale Cirnelli. Ad affiancare Cirnelli, venerdì c’era Saverio Donato Pianalto, specialista in chirurgia generale. Mentre per la famiglia di Daniela Schiocchet, assistita dall’avvocato Paolo Pastre, c’era il medico legale Nicola Maguolo.
Dottoressa indagata
La Procura, come atto dovuto, ha iscritto nel registro degli indagati la dottoressa di 38 anni che ha effettuato la colonscopia. Una volta terminati gli esami di laboratorio, il dottor Cirnelli stenderà una relazione che poi invierà al pm Ortica. Solo allora il magistrato deciderà se procedere nei confronti del medico indagato o archiviare l’inchiesta.
La vicenda ha inizio la mattina del 7 febbraio scorso, quando la pensionata coneglianese viene ricoverata in day hospital all’ospedale di Conegliano per una colonscopia, programmata da tempo, dopo che era stata riscontrata un’anomalia in un esame di routine. Nel corso della colonscopia viene asportato un polipo. L’intervento sembra perfettamente riuscito e la donna viene riportata nel reparto in osservazione. Ad assisterla c’è il figlio Erich Asciutti. Ma al completo risveglio dalla sedazione la donna non sta bene e lamenta forti dolori al ventre e nausea.
Il dramma
Nonostante il malessere non passi e i farmaci non contribuiscano ad alleviare i dolori, il personale medico decide di dimetterla consigliandole di prendere della tachipirina per alleviare il dolore. Un fatto “normale” per l’intervento subìto. Ma la tachipirina non serve a nulla. Dal momento che la donna stava perdendo lucidità e orientamento, all’indomani, alle 6 dell’8 febbraio, il figlio chiama il 118.
La pensionata viene ricoverata in terapia intensiva. All’alba di domenica 9 febbraio l’uomo riceve la telefonata dal reparto: quando arriva, gli comunicano che la madre è deceduta.
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