Madre convocata in caserma insulta gli agenti: il figlio bullo si scusa per lei
Il ragazzo era stato identificato dalla polizia locale di Conegliano che era stata chiamata per schiamazzi. In comando, la donna ha insultato i vigili: rischia una denuncia per oltraggio
Nel marasma delle baby gang, che dominano le cronache con le loro aggressioni anche mortali (Treviso, e non solo) c’è anche un bullo, che, pentito, si è scusato per le intemperanze e l’aggressività della madre nei confronti degli agenti.
Il caso, decisamente singolare, è avvenuto in Corte delle Rose. Gli agenti della polizia locale sono stati chiamati per il caos e il disturbo che stavano provocando una quarantina di ragazzi e ragazzi, molti minori. L’arrivo di pattuglie in forza ha calmato la maggior parte di loro, tranne qualcuno più esagitato che ha continuato con un atteggiamento sfrontato, della serie “tanto non potete farmi niente”.
Gli agenti hanno proceduto con l’identificazione e per i minori sono stati chiamati i genitori. Una delle madri arrivata in Corte si è messa a insultare i vigili per un non meglio precisato abuso di potere: sosteneva che non potessero identificare minorenni in pubblico. A quel punto gli agenti hanno chiesto il documento anche a lei e quasi si è venuti alle mani. La donna, ignorando le leggi oltre che il buon senso, ha rischiato di essere denunciata per oltraggio a pubblico ufficiale, per il suo atteggiamento.
È stato il figlio a portare via la madre, mentre lei continuava a imprecare. Il ragazzino poi è tornato indietro, vergognandosi. «Vi chiedo scusa per le c... che posso aver fatto», ha detto rivolgendosi agli agenti della locale, «ma soprattutto scusatemi per come si è comportata la mamma».
Un pentimento che ha meravigliato gli stessi agenti. «Molte volte vengono colpevolizzati i giovani per le loro intemperanze», osserva il comandante Mallamace, «Ma dietro spesso si trovano situazioni familiari complicate».
Il problema minori, che alcune volte più che di natura penale-giudiziaria è più di comportamenti borderline e dettato dall’emulazione del “branco”, viene affrontato in collaborazione con i servizi sociali comunali.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dai genitori che a prescindere giustificano i figli. Una madre, convocata al comando di via Maggiore Piovesana, perché il figlio minorenne era stato trovato in possesso di stupefacenti, ha detto di fronte al figlio: «Chi non ha mai fumato uno spinello? eh, che sarà mai...».
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