«Click-day, ricattati per vincere»

Confartigianato denuncia: fondi Inail, c’è chi chiede la percentuale per accedere

Quindicimila euro per un click per assicurarsi i fondi messi a disposizione dal bando Inail, che scade domani pomeriggio, destinato alle aziende per investimenti in sicurezza. È la richiesta giunta a un’azienda di imballaggi del territorio, denunciata a Confartigianato Marca Trevigiana, da parte di una delle società di consulenza che oramai nascono come funghi specializzate in click rapidissimi, attraverso complicati algoritmi, per assicurarsi un posto in bandi e concorsi di ogni genere. Una sorta di tangente, sempre più diffusa, secondo Confartigianato Marca Trevigiana e non più tollerabile. Per questo Renzo Sartori, presidente dell’associazione, ha deciso di scrivere al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: «Ci auguriamo che questo sia l’ultimo click day: i fondi devono essere destinati per merito, non in base alla velocità».

Si chiama bando ISI, quest’anno prevede l’assegnazione di 307 milioni di euro a fondo perduto per sostenere la realizzazione di progetti che migliorino i livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro aziendali. In tutto saranno circa 600 le domande che presenteranno le aziende trevigiane. Si tratta di un contributo erogato alle imprese pari al 65% dell’investimento, in progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per un massimo di 130 mila euro ciascuna. Il click day è fissato per domani dalle 16: l’assegnazione avviene in base all’ordine cronologico di arrivo delle domande e fino a esaurimento risorse. «Peccato che l'anno scorso», dice Sartori, «i fondi sono stati esauriti entro i primi tre secondi, il primo della lista ha inserito la sua domanda in 1,04 secondi. Umanamente impossibile». E infatti in queste ore giungono numerose segnalazioni da parte di aziende del territorio che segnalano di aver ricevuto offerte da parte di società di consulenza per un “click vincente” in cambio di percentuali altissime, dal 10 fino al 15%, sui fondi così ottenuti. «Un sistema che non è più tollerabile», dice Sartori, «si tratta di vere e proprie truffe».

Serena Gasparoni

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