Cittadinanze facili, le denunce dei sindaci della provincia di Treviso
Municipi intasati dalle richieste, gli amministratori chiedono chiarezza. Il prefetto: «Problema segnalato in tanti Comuni
![Agenti della Guardia di Finanza al lavoro: le Fiamme Gialle indagano su un giro di cittadinanze facili](https://images.tribunatreviso.it/view/acePublic/alias/contentid/7440825a-3aeb-49fe-bd12-69a3392b4b94/0/cittadinanze-facili-le-denunce-dei-sindaci-della-provincia-di-treviso_finanza.webp?f=16%3A9&w=840)
Cittadinanze facili, false certificazioni, residenze fittizie: dai Comuni trevigiani fioccano le segnalazioni e le denunce di presunte irregolarità dopo che, nell’ultimo anno, si stanno moltiplicando le richieste di cittadinanza italiana, soprattutto da cittadini brasiliani.
Gli ingenti flussi di stranieri che stazionano per pochi giorni nella Marca, al fine di ottenere la residenza e la cittadinanza, in molti casi hanno destato diversi dubbi, su cui i Comuni ora chiedono di fare chiarezza.
Tra chi ha presentato un esposto, c’è il sindaco di Castelfranco, Stefano Marcon: «Serve chiarezza. E gli uffici anagrafe sono ingolfati dalle domande, il personale non riesce a stare al passo con il sovraccarico di lavoro».
Il caso di Castelfranco
L’indagine relativa al business delle cittadinanze facili a 160 brasiliani e che vede dieci persone indagate fra titolari di agenzie di pratiche amministrative con sede a Treviso e agenti della polizia locale di Crocetta del Montello è quindi l’epicentro di un fenomeno che va interpretato in un quadro ben più ampio.
Per quanto, come precisa il prefetto Angelo Sidoti, sia bene distinguere il piano penale dal problema amministrativo (la quantità di pratiche da smaltire), l’ondata di richieste di cittadinanza da parte di brasiliani è un fenomeno con cui i Comuni trevigiani fanno i conti da tempo.
«Nell’ultimo anno il problema è peggiorato. Il numero di pratiche è decuplicato e di conseguenza anche il lavoro all’anagrafe» prosegue il sindaco Marcon.
Ciascun documento richiede verifiche e passaggi, perché non sempre chi invia le carte lo fa in buona fede.
«A Castelfranco abbiamo presentato un esposto agli enti competenti in merito ad una domanda in particolare che presentava delle irregolarità. Il tutto sotto la pressione di intermediari che sollecitano il personale degli uffici ad accelerare l’iter».
Prefettura in allerta
Conferma una recrudescenza del fenomeno anche il prefetto di Treviso Angelo Sidoti.
«Il tema è stato sollevato da diversi sindaci della Marca alle prese con le istanze di brasiliani in particolare che rivendicano discendenti trevigiani. Il ministero dell’Interno è ben a conoscenza del fenomeno. A livello parlamentare si sta già lavorando su un disegno di legge che limiti le richieste di cittadinanza fino a due generazioni» spiega Sidoti facendo riferimento allo Ius Italiae, proposta di Forza Italia sul nuovo iter per ottenere la cittadinanza che in merito allo ius sanguinis, diritto per discendenza, farebbe valere il principio solo fino al bisnonno, limitando la legittimità delle richieste solo fino a due generazioni.
Gli altri comuni
Fra i Comuni che hanno sollevato il problema spiccano Pieve di Soligo e Maser, in quest’ultimo, spiega il sindaco Claudia Benedos «la richiesta di pratiche è raddoppiata tra il 2022 e il 2023».
A Crocetta del Montello, comune da cui è partita l’indagine, convive con il fenomeno da quasi un decennio. Nel 2018, la Tribuna dava notizia di 230 brasiliani regolarmente registrati all’anagrafe, un numero rilevante su una popolazione allora di poco più di seimila abitanti.
Tra questi solo una minoranza risultava stanziale (perlopiù quelli arrivati prima del 2000), altri invece rientravano nella categoria dei cittadini fantasma che dopo aver ottenuto i documenti lasciavano il paese. Nel merito dell’inchiesta della Finanza, la sindaca Marianella Tormena, interpellata, ha difeso i suoi vigili, convinta della buona fede. Boom di cittadinanze segnalato anche a Cornuda, dove fra i richiedenti figurò anche Alessandro Faioli Amantino, meglio noto come Mancini, centrocampista di Roma e Inter dal 2004 al 2010 che a Cornuda si fece rilasciare la cittadinanza italiana rivendicando una bisnonna veneta.
Il caso simbolo
L’ondata dei brasiliani di nuova generazione che intasano gli uffici anagrafe per ricostruire il proprio albero genealogico è sfociata in un caso esemplare nel Comune di Val di Zoldo, paese di tremila abitanti nel Bellunese.
Lì il primo cittadino Camillo De Pellegrin, esasperato dalla situazione, a gennaio di quest’anno ha lanciato una provocazione su pubblica piazza esponendo la bandiera brasiliana accanto a quella italiana ed europea sulla facciata del municipio.
«Daremo priorità agli italo brasiliani - commentò il sindaco contestualmente al gesto provocatorio che ha riacceso i riflettori sul tema - Troppi rischi di ricorsi, denunce o richieste di risarcimento: ci occuperemo prima delle cittadinanze iure sanguinis e poi dei nostri residenti».
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