Cimitero ebraico di Conegliano, 600 anni di storia: «L’unico in Italia situato in collina»
Dopo dieci anni di recupero, il cimitero ebraico di Conegliano è tornato alla luce come simbolo della lunga e armoniosa convivenza della comunità ebraica con la città: ecco la sua storia e come visitarlo

Dieci anni di lavoro, dal 1985 al 1995, per riportarlo in luce e far conoscere al mondo la storia di una comunità, quella ebraica, che è stata protagonista della vita coneglianese. Tanto da esprimere il primo sindaco della storia di Conegliano (dopo l’unità d’Italia), Marco Grassini.
E se l’impegno per recuperare il luogo dall’abbandono e dal deterioramento delle lapidi, su commissione della Comunità ebraica di Venezia, è stato immane, oggi il Centro Coneglianese di Storia e Archeologia ne raccoglie con gioia i frutti. All’ultima visita guidata al cimitero ebraico di viale Gorizia, nella prima domenica di marzo, i visitatori sono stati quasi una settantina.
I numeri
Numeri (che sfiorano i 1.000 visitatori all’anno) che raccontano un interesse importante, per un luogo particolare: si tratta dell’unico cimitero ebraico italiano in collina. Sorse sulla collina detta “Cabalan” nel 1545 e fu utilizzato sino al 1886. Dopo questa data gli ebrei utilizzarono una parte del cimitero di San Giuseppe.

C’è anche l’ipotesi di un primo cimitero in via dei Pascoli, lì sono stati trovati dei frammenti di lapidi. Ad accompagnarci in questo viaggio alla scoperta della storia ebraica coneglianese è una delle guide del Ccsa, Melissa Fornasier.
Sono state rinvenute circa 130 lapidi, molte delle quali rivolte ad est, in direzione di Gerusalemme. Numerose sono le epigrafi in ebraico antico. All’interno del cimitero ci sono anche i resti di un piccolo edificio (una cella mortuaria) che “ospitava” il defunto prima della sepoltura, che avveniva in breve tempo dopo la morte, con il rito antico, ovvero la salma veniva avvolta in un lenzuolo e deposto direttamente nel terreno.
«Le lapidi probabilmente erano deposte in semicerchio, rivolte a est, verso Gerusalemme e la sinagoga di Conegliano che si trovava in quella che oggi è via Caronelli - spiega la guida - dal cimitero si vedeva la lanterna della sinagoga e dalla sinagoga si vedeva il cimitero, allora non c’erano gli alberi che ci sono oggi.
La Conegliano ebraica
Altre sono rivolte verso Ceneda, luogo di provenienza di numerosi ebrei qui sepolti». Tra l’altro la sinagoga coneglianese vive ancora: l’interno è stato smontato e rimontato a Gerusalemme, dove quella che è conosciuta come la sinagoga degli italiani, è tuttora utilizzata.
L’ultima volta che è stata usata è il 1918 e a testimonianza c’è una foto con due soldati austrungarici. Diversi gli stemmi scolpiti nelle lapidi, ad esempio lo scoiattolo rappresenta la famiglia Conegliano, che ebbe fra i sui discendenti illustri Emanuele Conegliano, meglio noto come Lorenzo da Ponte, scrittore e librettista di Mozart.
La torre con due leoni rampanti indica i Grassini. «Attraverso il cimitero ebraico raccontiamo la presenza, a Conegliano, della comunità ebraica - spiega Silvano Armellin, presidente del Ccsa da otto anni - una comunità che per 600 anni ha vissuto in armonia dentro il tessuto cittadino, confrontandosi sempre civilmente con la comunità cristiana.
Abbiamo già pubblicato tre libri “La Conegliano ebraica” di Chiara Dall’Armellina e Laura Pasin, “Conegliano e gli ebrei - una convivenza plurisecolare “di Marisa Zanussi, la presidente del Ccsa che si è fortemente spesa per ridare una vita al cimitero ebraico e «Il cimitero ebraico di Conegliano - Luce eterna sul col Cabalan” di Lidia Busetti, Mauro Perani, Antonio Spagnuolo. Gli ebrei hanno contribuito in maniera importante allo sviluppo di Conegliano. Sono molti coloro che salgono con noi in cima alla collina per visitare il cimitero, alcuni vengono anche dall’estero e di passaggio qui ci chiedono di poterlo visitare anche fuori orario».
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