“Da Dino” chiude: l’ultima cena del ristorante che ha ospitato star e vip

Ha iniziato a 14 anni, oggi ne ha 78: Caramel lascia i fornelli dopo una vita intera: «Quanti clienti,tantissimi campioni: solo da me trovavano un pasto in piena notte»

Mattia Toffoletto
Dino Caramel mostra la bacheca con le foto assieme ai vip passati dal suo ristorante
Dino Caramel mostra la bacheca con le foto assieme ai vip passati dal suo ristorante

Le foto all'ingresso sono un viaggio nella storia della musica, sport, cinema, showbiz, politica: da Simona Ventura a Vasco Rossi, da Diego Abatantuono a Riccardo Cocciante, da Roberto Baggio a Eddy Merckx, da Giancarlo Gentilini a Luca Zaia.

I suoi piatti rappresentano un inno alla tradizione: sopa coada, risi e patate, gnocchi al ragù d'anatra. Il ristorante "Da Dino" a Fontane Chiesa Vecchia è un'istituzione, 55 anni di menù tipici e incontri ravvicinati con le star. Oggi è l'ultimo giorno, l'ultimo capitolo di un simbolo della trevigianità.

Dino Caramel, 78 anni, ha deciso di lasciare: il ristorante è stato venduto alla Pinarello, che lì a due passi ha il quartier generale. «I figli mi hanno dato una mano nell'attività, il problema era trovare un altro chef. Da sempre lo siamo stati io e mia moglie Anna. Così ho venduto: ogni storia ha un inizio e una fine», confida Dino. Lo incontriamo due giorni prima del sipario, ma a pranzo ha ancora il pienone. Ogni tavolo ha una stella di Natale: il tocco di classe.

Qualche sera prima, proprio qui, si è riunito il Treviso Calcio di mezzo secolo fa: da Gianni De Biasi a Giancarlo Pasinato, da Alberto Cavasin a Silvano Colusso. Un riferimento fino all'ultimo.

Ed è difficile mettere ordine fra i tantissimi aneddoti che Dino pesca dai ricordi di una vita. Dall'amicizia con Simona Ventura («passava qui ogni lunedì, quando l'ex marito Stefano Bettarini giocava nel Venezia») a quella con Antonello Venditti («quando andava a incidere a Mogliano, veniva spesso a trovarmi»).

Dalla sera con James Brown («si presentò con una dozzina di persone, ma poi si ritrovò solo. Fui io a riportarlo in albergo, a Mestre») all'assalto dei fans di Vasco Rossi («una settantina, scavalcarono i cancelli»).

Dalle interviste di Andrea Bargnani («quando si trasferì in Nba a Toronto, citò gli ossibuchi che ordinava da me») alla telefonata di Roberto Benigni («era a Bassano, chiamò all'1.40 di notte: voleva cenare, pensavo a uno scherzo»).

La passione per la cucina sboccia per caso nel lontano '59.

Radici trevigiane, era nato fra i casoni di Caorle perché i suoi erano sfollati per la guerra. «Anni di fame e miseria», riflette, «serviva portare a casa qualche soldo e a 14 anni mi ritrovo a lavorare alla pensioncina Mara a Jesolo, vicino a piazza Drago. Sbuccio le patate, all'inizio fai tutto: pagano 50 lire al giorno, dormo lì. Cosa c'è di meglio? Poi gli studi all'alberghiero ad Abano e l'apprendistato all'hotel Miravalle a Pianezze».

Nel video, Dino Caramel spiega la storia della sopa coada

Quindi, nel '69, la svolta: si mette in proprio, apre la trattoria in via Fontane (dietro la villa dei conti Ancillotto).

Poi, nell'87, si sposta di 500 metri e acquisisce una vecchia cascina: il nuovo tempio di via Doberdò, laterale della Strada Ovest. Diventa la tappa obbligata dei cantanti che si esibiscono al Palaverde, la meta preferita della Benetton dei tempi d'oro di Del Negro e Kukoc (una Ghirada 2 negli Anni '90: Giorgio Buzzavo e Bruno Da Re siglavano lì gli affari), una destinazione irrinunciabile per il Treviso Calcio dei Toni, Foggia, Borriello, Barreto, Bonucci. «Solo qui trovavano da mangiare in piena notte», puntualizza sempre Dino.

Quanto alle ricette, non chiedetegli se ha un piatto preferito: «Meglio citare il più richiesto, la sopa coada. Quando arrivo a Treviso nel '69, non la fa nessuno. Eppure proprio qui era nata, nella vecchia trattoria Bisigato a San Tomaso. La ripropongo, vinco il primo premio in una gara astronomica. Nei miei menù, estate esclusa, non è mai mancata».

Sopa coada e non solo. Dino è sempre stato cultore della cucina delle radici: pasta e fasioi, radici e fasioi, le paste fatte in casa.

Le sapienti mani di Dino e della moglie Anna hanno deliziato tre generazioni di trevigiani e vip da tutta Italia.

Ed ecco, allora, lo sguardo che si posa sugli scatti con Fiorella Mannoia e i Pooh, Paolo Rossi e Alain Prost, Zibì Boniek e Miguel Indurain, Mino Reitano e Davide Cassani. C'è chi non c'è più, c'è chi ha scritto pagine memorabili fra sport e musica. E se gli domandate degli chef televisivi, dei reality di cucina che impazzano, il padrone di casa taglia corto: «Vedo stupidate».

E ti racconta della caciotta ai ferri, delle origini dei radici e fasioi. La cucina che non scorda il passato.

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