Cev, cantiere bloccato e fermati i 40 operai
Sequestrato l’hotel Ampezzo. Messi i sigilli al cantiere della Cev Impresa costruzioni edili di Treviso. I carabinieri della Compagnia di Cortina sono arrivati ieri mattina in divisa, su delega della polizia giudiziaria della Procura di Belluno e hanno fermato i lavori di demolizione e ristrutturazione dello storico albergo, commissionati a suo tempo dalla Lajadira srl. Attaccato il provvedimento di sequestro preventivo richiesto dal pm Katjuscia D’Orlando e firmato dal gip del Tribunale di Belluno.
Gli operai al lavoro sono stati mandati a casa e aspettano di ricevere istruzioni da parte del direttore del cantiere Davide Mazzon.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura, il progetto redatto dall’architetto cadorino Lucio Boni, che risulta anche direttore dei lavori, non è conforme alla legge. C’è stata una consulenza tecnica, ed è su questa che si è basata la magistratura, nella richiesta di sequestro. C’è una difformità non sanabile, a sentire il procuratore della Repubblica, Paolo Luca.
Una violazione particolare, nel senso che un lato della nuova struttura non è abbastanza distante da un edificio confinante. La distanza prevista non è stata rispettata e il comune di Cortina sarebbe stato informato di questo problema. Mai lavori sono proseguiti e alla magistratura non è rimasto altro che far scattare il sequestro preventivo.
Se non ci saranno le necessarie modifiche e non verranno rispettate le misure, non si potrà riprendere la ristrutturazione edilizia dell’albergo, chiuso dal 2003. Il permesso a costruire è del 31 ottobre 2019, i lavori sono partiti lo scorso 5 maggio. Due mesi e mezzo di attività e poi lo stop.
Il sequestro sembra quasi aver colto di sorpresa chi era nel cantiere, quando sono arrivati i militari. Contattato al cellulare indicato nel cartello di cantiere - cioè il tabellone che contiene di dati sui lavori da eseguire, le relative autorizzazioni e i responsabili dei vari settori - Mazzon preferisce non dire niente e chi risponde al fisso della Cev Spa spiega con toni gentili «di non sapere nulla» e che per il momento «non c’è niente da dire».
In passato, l’Ampezzo era un tre stelle con 137 posti letto ed è stato chiuso ormai 17 anni fa. Da allora, i proprietari sono stati diversi e l’ultimo è l’imprenditore russo Andrei Toporov, titolare anche del Lajadira.
La riqualificazione è senz’altro ambiziosa. Ben 16 milioni di investimento solo per le opere; 4.634 metri cubi di ampliamento, rispetto all’albergo originario; sei piani di struttura ricettiva a 4 stelle superior , o 5 stelle; una sala ristorante da 140 posti; 800 m di centro benessere; 95 stanze e 220 posti letto; una sala riunioni da 120 posti; dai 65 a 80 posti di lavoro. E due anni di lavoro.
Ma una facciata risulta troppo vicina all’edificio accanto: di qui il sequestro
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