C’è un po’ di Cadore nel successo di Rapito ai David di Donatello: gli arredi della Vecellio

Nata a Roma, ma originaria di Pelos, dove la sua famiglia ha un hotel. Valeria torna appena può sulle montagne in cerca di tranquillità
Gianluca de Rosa
Valeria Vecellio, romana di nascita ma cadorina di origini
Valeria Vecellio, romana di nascita ma cadorina di origini

Grande festa nella frazione di Pelos per la conquista del David di Donatello da parte di Valeria Vecellio. La quarantaduenne, romana di nascita ma cadorina di origini (il papà Apollonio, insieme al fratello Valentino, è titolare dell’hotel Sporting Club di Pelos), ha sbaragliato l’agguerrita concorrenza aggiudicandosi la prestigiosa statuetta del David come migliore arredatrice.

Valeria Vecellio si è infatti presa cura degli arredi che hanno fatto da sfondo al film Rapito del regista Marco Bellocchio, condividendo la statuetta con lo sceneggiatore Andrea Castorina. Interior design ed interior stylist di professione, il successo ai David di Donatello ha sorpreso solo in parte la Vecellio che adesso racconta emozioni e sensazioni del giorno dopo.

«Sono felicissima, è stato il coronamento di un lungo percorso, non solo professionale ma anche umano», rivela, «dietro una pellicola, importante e pluridecorata come Rapito, si cela infatti un variegato mondo fatto di sacrifici di tanti e dettagli che devono incastrarsi alla perfezione per rendere al meglio. Per noi, parlo della sottoscritta e del collega Andrea Castorina, è stato proprio così. Per questo motivo la dedica, nelle vesti di responsabili di un settore, lui per la sceneggiatura ed io per gli arredi, va ai tanti collaboratori che ogni giorno si prestano anima e corpo per il raggiungimento di un obiettivo comune».

Qual è il tuo rapporto con Pelos e, più in generale, con il Cadore?

«Sono nata a Roma, è vero; ma Pelos è la mia seconda casa, e non per modo di dire. Amo tutto del Cadore, tanto che in questo periodo ho avviato la ristrutturazione di una vecchia casa. Sono molto legata soprattutto alla mia famiglia, gran parte della quale risiede in pianta stabile a Pelos. Almeno due volte l’anno, comunque appena posso, scappo in Cadore alla ricerca di quegli spazi di tranquillità che una città come Roma inevitabilmente non riesce a darmi».

Non solo cinema nella tua quotidianità: chi è e cosa fa Valeria Vecellio?

«Gli arredi di cui mi prendo cura nel mondo del cinema rappresentano solo un aspetto, per quanto bello e piacevole, della mia vita professionale. Mi occupo di arredi anche fuori dal set. In questi giorni, ad esempio, sto lavorando ad un progetto che reputo fantastico. La ricostruzione, a Roma, di un izakaya, tipico locale giapponese in cui degustare piatti tipici. Non sushi, per intenderci. Un izakaya è di fatto una trattoria tipica giapponese. La cultura giapponese rivive anche in un evento di cui mi sono occupata di recente alle Officine Farneto di Roma. Altri film? Ho curato gli arredi dell’attesissimo film Hey Joe del regista Claudio Giovannesi, il cui attore protagonista sarà James Franco. Un’altra bellissima esperienza».

Cosa ci puoi raccontare del dietro le quinte del film Rapito?

«È stato un lavoro estremamente coinvolgente perché abbiamo condiviso ogni piccolo passo con il regista Marco Bellocchio. È una figura fortemente carismatica, ha deciso in prima persona tante cose. Mi ha colpito profondamente. Un uomo di grande cultura, profondo conoscitore di tantissime cose. È stato un vero piacere lavorare con lui».

A quando il prossimo ritorno a Pelos?

«Non lo so, in questo momento chi può dirlo? A Pelos però mi legano ricordi della mia gioventù indelebili. Ho fatto per tanti anni la stagione turistica estiva lavorando nell’albergo di famiglia insieme alle mie cugine. Un’esperienza incredibile, certamente arricchente, soprattutto dal punto di vista umano».

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