Castro: per il sindaco di Treviso il Pdl proporrà un famoso imprenditore

Comunali 2013, terremoto nel centrodestra : il sindaco Gobbo ha annunciato che la Lega potrebbe (anzi, «dovrebbe») correre da sola, rompendo l’accordo con il Pdl. E il Pdl, per nulla intimorito, risponde con un contropiede da brivido: «È evidente», dice il senatore azzurro Maurizio Castro, «che se la Lega correrà da sola alle comunali del prossimo anno, con un proprio candidato sindaco, non farà altro che consegnare la città al centrosinistra. Ma noi, comunque, abbiamo la nostra ricetta: un candidato forte, un imprenditore di fama internazionale, sostenuto da una sua solida lista civica, che avrà l’appoggio del Pdl e degli altri partiti che credono nel centrodestra. Sia chiaro per tutti», insiste Castro, «stavolta le elezioni a Treviso non si vinceranno con candidati sindaco di partito, come i leghisti Caner o Zampese, tantomeno con operazioni nostalgia come quella di Gentilini. E questo vale anche per il Pdl: servono nomi nuovi, non legati ai partiti, che riportino il nostro elettorato alle urne».
Castro, esponente dell’area sacconiana del Pdl, non la pensa dunque come Remo Sernagiotto, ex sacconiano, che invece dà per scontato un nuovo accordo Lega-Pdl per Ca’ Sugana. Castro comunque non rinnega a priori il contributo del Carroccio: «La loro esperienza di amministrazione potrebbe sempre essere utile, anche se gli ultimi 20 anni a Treviso non sono certo brillati per progettazione del futuro della città. Ma ben difficilmente il Carroccio appoggerebbe un candidato non leghista, figuriamoci una civica. Come non ha più senso che il Pdl appoggi un candidato sindaco padano. E quindi la rottura la vedo come un fatto scontato».
Castro è netto, ma deve comunque fare i conti con un Pdl che in città è dilaniato tra sacconiani, benazziani del Gruppo Ricerca e delusi come Renosto e la sua Area Popolare, senza dimenticare l’ex assessore Vittorio Zanini, che sta mettendo in piedi a sua volta una civica. Però i sacconiani vogliono, ancora una volta, menare le danze. Ma chi potrebbe essere il loro candidato sindaco? Qualcuno parla, per il toto-nomi, di Massimo Zanetti... «È un bel nome ma non è lui», mette le mani avanti Castro. Uno Zanetti che, dice qualcuno, a suo tempo sarebbe già stato corteggiato invano dal Pd e anche dalla Lega. «Una Lega», chiude Castro, «che sta vivendo oggi a Treviso una frattura fortissima tra bossiani e maroniani. Ma i post-bossiani come Gobbo e i neo-maroniani come Gentilini hanno almeno un punto in comune: non vogliono più l’accordo con il Pdl. E, quindi, noi non stiamo alla finestra».
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