Ristori Covid abusivi, finiscono a processo quattro imprenditori

Secondo le indagini della Finanza, i quattro imprenditori della zona di Castelfranco avrebbero percepito indebitamente dei contributi dallo Stato per circa 50 mila euro

Marco Filippi
L'indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza
L'indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza

Quattro imprenditori della Castellana a processo per aver percepito indebitamente i contributi statali a sostegno delle aziende costrette a chiudere o limitare la propria attività a causa del Covid.

Ieri mattina, prima udienza del processo a carico di Gezym B., 65 anni di Borso (difeso dall’avvocato Mariastella Mazzon), Angelo D., 59 anni di Monfumo (avvocato Luca Dorella), Alessandro M., 39 anni di Castello di Godego (avvocato Monica Marangon), e Christian F., 41 anni di Castelfranco (avvocato Valentino Cirri).

Il processo ha origine da un’indagine della guardia di Finanza del comando provinciale di Treviso, quando nei mesi della pandemia, le attività delle piccole e medie imprese, costrette alla parziale chiusura delle attività, erano sostenute da contributi statali. Per farlo bisognava inviare una formale richiesta al Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese, gestito dalla banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale spa, corredata dalle dichiarazioni dei redditi o dal fatturato degli anni precedenti, in modo da documentare il “danno” causato dalla chiusura dell’attività a causa della pandemia. Il contributo variava poi in base alla differenza di reddito (in questo caso dai 4.000 ai 25.000 euro).

In base alle indagini della guardia di Finanza, qualcuno aveva gonfiato redditi degli anni precedenti, qualche altro aveva dichiarato attività e redditi presso un capannone praticamente vuoto e altri aveva presentato richiesta senza aver mai dichiarato redditi in precedenza.

Inizialmente, gli imprenditori indagati dai militari delle Fiamme Gialle di Treviso erano una ventina, ma a processo, davanti al collegio presieduto dal giudice Iuri De Biasi (a latere Laura Contini e Mabel Manca), sono arrivati in quattro per non aver chiesto riti alternativi. «Siamo convinti – hanno detto i legali – di poter dimostrare l’estraneità alle accuse dei nostri assistiti».

Ieri dovevano essere sentiti gli investigatori della guardia di Finanza che hanno condotto le indagini ma l’avvocato Cirri ha riproposto un’eccezione di incompetenza territoriale del tribunale di Treviso, sollevata già in udienza preliminare. In altre parole, essendo stata una banca con sede a Roma a erogare i contributi, il processo deve tenersi presso il tribunale della Capitale. Il collegio ha quindi fissato il processo per il 31 gennaio- per lo scioglimento della riserva.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso