Bando case popolari, si riparte da capo: graduatoria da rifare

Va rinnovato l’elenco dei richiedenti approvato poco più di un anno fa dopo l’inchiesta, l’incarico ad Ater e i ricorsi

Federico De Wolanski
Assemblea pubblica su case popolari
Assemblea pubblica su case popolari

La gestazione è stata lunga; lunghissima e tortuosa. Eppure a poco più di un anno dalla sudatissima approvazione della graduatoria comunale per l’accesso alle case popolari, è tutto da rifare. Il tema è già sul tavolo dell’assessorato al sociale di Gloria Tessarolo che punta a portare la delibera di avvio del bando entro fine aprile.

Servono otto mesi per redigere l’elenco ordinato dei richiedenti, e quest’anno c’è il rischio concreto che si facciano avanti molte più famiglie delle 931 che risposero alla chiamata nel 2024. Il tutto per poco meno di cento alloggi, pari quelli che si sono resi disponibili negli ultimi bienni.

La difficile graduatoria in scadenza

Sembra ieri che si concludeva il lungo cammino che ha portato all’approvazione della graduatoria in essere. Il bando venne pubblicato a gennaio 2023 con scadenze ristrette, troppo, tanto che alla fine il Comune – pressato dalle opposizioni – concesse un a proroga per la presentazione delle domande (metà marzo 2023).

L’incarico di gestire la partita venne dato ad Ater, visto che il Comune era ancora sotto la spada di Damocle dell’inchiesta sulle case popolari chiusasi a fine 2024 con l’attesa archiviazione. Agli uffici arrivarono, come detto, 931 domande, numero mai registrato prima, ennesima dimostrazione di quanto fosse (e sia ancora) pressante il tema dell’emergenza casa. Dopo l’esame della commissione ne vennero accolte circa ottocento. Poi fu la volta di ricorsi, che congelarono la graduatoria fino a inizio dicembre.

Poi fu la volta degli errori materiali, che rinviarono la pubblicazione della definitiva a fine dicembre 2023. Scadenza fissata: fine anno scorso, quando il Comune ha rinnovato per un anno dell’elenco in essere, scaduto pur “giovanissimo”.

«Altre proroghe non sono ammesse» spiega l’assessore Tessarolo, «dobbiamo iniziare subito l’iter per una nuova graduatoria, e siccome i tempi sono lunghi, conto di portare la delibera a fine aprile».

Il nodo residenza

Facile a dirsi meno a farsi, perché ci sono ancora alcuni problemi da risolvere, primo fra tutti quello della sentenza che ha dichiarato incostituzionale il vincolo dei 5 anni di residenza in Veneto imposto per partecipare al bando.

«Ne dobbiamo tenere conto» ammette l’assessore, «non ci sono stati pronunciamenti in senso opposto né sono pendenti ricorsi». Viene da sé che senza quel requisito le domande di alloggio popolare potrebbero lievitare sensibilmente rispetto alle già tantissime inoltrate nel 2023, rendendo ancor più lungo il lavoro degli uffici per redigere la graduatoria.

«Valuteremo se inserire altri parametri che permettano di calmierare e focalizzare le richieste» lascia scappare l’assessore.

Incarico ad ater?

Altro elemento da valutare è a chi dare l’incarico di gestire il bando. Ancora ad Ater? L’agenzia venne incaricata nel 2023 perché gli uffici comunali erano sotto inchiesta. E costò. Oggi gli uffici comunali hanno mani libere, ma molti oneri, e il portafogli del Comune non è così gonfio. 

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