Baby gang, il vescovo di Treviso: «Apriamo gli oratori, questa non è gioventù bruciata»
Monsignor Tomasi si è espresso sull’emergenza sicurezza nel capoluogo e ha rilanciato con una proposta: «Promettiamo uno sforzo nel tenere aperti gli oratori, promuoviamo l’accoglienza senza pretese»

«Problema baby gang? Gli oratori una soluzione, possiamo farcene carico». Arriva forte e chiara la proposta di monsignor Michele Tomasi, vescovo della diocesi di Treviso. Mercoledì 12 febbraio sono stati illustrati gli eventi per celebrare il 50° anniversario della Casa della Famiglia di San Nicolò: tra le iniziative in programma spiccano convegni, una mostra fotografica e open day relativamente a temi sulla famiglia, sulla fertilità e sulla psicologia di coppia.
Ma la diocesi tiene alta l’attenzione anche sul nodo delle baby gang rispetto allo sgretolamento interno della famiglia: «Manca l’insieme valoriale», sostiene Tomasi, «Nei nuclei familiari l’individualismo è troppo radicato e spinto che porta alla difficoltà a creare reti nella comunità. Da parte nostra, rilanciamo il tentativo di aiuto e promettiamo uno sforzo nel tenere aperti gli oratori, promuoviamo l’accoglienza senza pretese».
Il vescovo ha sottolineato il contesto da cui provengono molti ragazzi protagonisti di reati nel capoluogo: «È difficile andare incontro a giovani di seconda generazione che non si riconoscono in nessuna cultura che vivono quotidianamente, ma non bisogna intervenire solo con la repressione. Vogliamo farcene carico, c’è interesse da parte nostra e questa non è una gioventù bruciata».
La diocesi, dunque, allarga le braccia e offre i suoi spazi per debellare i più frequenti problemi giovanili: «Dopo la pandemia abbiamo riscoperto il valore della fisicità, non vogliamo indottrinare. I ragazzi nelle parrocchie sono i primi ambasciatori di questo incontro tra le parti».
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