Stop ai nuovi autovelox, bocciate le richieste di 26 Comuni trevigiani

La prefettura boccia le richieste di nuovi dispositivi mentre i ricorsi contro le multe continuano a mettere in crisi i bilanci comunali

Federico De Wolanski
Stop agli autovolex a Treviso
Stop agli autovolex a Treviso

Niente nuovi autovelox nella Marca, almeno per ora. È quanto ha deciso la prefettura dopo aver valutato le proposte di installazione presentate da 26 comuni della provincia.

Uno stop tecnico, che anche non fosse arrivato avrebbe comunque indotto molte amministrazioni a temporeggiare, visto che ad oggi il Governo non ha ancora – incredibilmente verrebbe da dire – risolto il nodo della mancata omologazione dei sistemi di rilevazione della velocità, costringendo molti Comuni a spegnere quelli attivi, e rendendo appellabili e cestinabili le multe fatte da quelli funzionanti .

Niente nuove installazioni

Il posizionamento dei sistemi di rilevazione della velocità, così come l’installazione di videocamere di sicurezza, passa attraverso il vaglio della prefettura che valuta la sussistenza di una serie di requisiti che nel caso dei velox– sono anche tecnici: lunghezza della strada, luogo dell’installazione, numero e tipologia di infrazioni rilevate.

Pare che il tema “normativo”, inteso come la vertenza sulle mancate omologazioni non abbia inciso, ma tutte le richieste pervenute alla prefettura sono state ritenute scorrette, o se non scorrette migliorabili, e quindi rispedite al mittente.

«I comuni sono stati invitati in alcuni casi a rivedere le richieste di posizionamento» hanno spiegato in prefettura. Tutto rinviato quindi a data da destinarsi, nella speranza che nel frattempo anche a livello romano si trovi una via ufficiale per rendere nuovamente utilizzabili i velox (così come i tutor autostradali) senza il rischio – o meglio la certezza– di perdere i ricorsi degli automobilisti multati.

Ricorsi e bilanci in crisi

Da inizio anno ad oggi i ricorsi presentati in tema di autovelox hanno superato quota 400. Di questi i tanti inoltrati dopo la sentenza con cui la Casazione ha dichiarato l’illegittimità dei rilevatori hanno avuto strada spianata dal giudice di pace, e gli altri di conseguenza.

Oltre trenta le cause perse in sei mesi dal Capoluogo, l’unico ad aver mantenuto attivi i rilevatori, pur scegliendo di non ricorrere contro chi si oppone alle multe.

Circa 400 mila euro gli incassi messi in dubbio in sede di redazione del bilancio, una somma sostanziosa, ma comunque assai inferiore all’importo stimato delle sanzioni che i velox della tangenziale di Treviso continuano a staccare e si calcolano in milioni di euro.

Strategia sconsiderata? C’è chi lo pensa, soprattutto facendo il confronto con le amministrazioni che hanno deciso invece di spegnere i veox in attesa di chiarimenti statali attesi da maggio e mai arrivati.

Villorba ha dovuto rivedere a rialzo l’Irpef anche per far fronte a 150 mila euro di previsti mancati introiti; Casier ha dovuto tagliare tra 200 e 3000 mila euro di previsione di cassa, Paese altri 200mila e via così. 

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