Autosile, rischio cassa per 70 lavoratori
Il crollo del mercato dei tir pesa sull'attività dell'azienda della Sina Carri

Un camion Iveco, commercializzato da Autosile
La crisi delle vendita dei camion porta l'Autosile Veicoli Industriali verso la cassa integrazione. La concessionaria di Villorba acquisita dalla Sina Carri di Spilimbergo chiederà infatti la cassa straordinaria per tutti i 70 dipendenti attivi tra gli stabilimenti di Fontane e Susegana su un totale di circa 130 persone appartenenti al gruppo friulano.
Il paracadute servirà per attutire il peso degli eventuali esuberi: una ventina i lavoratori che potrebbero uscire per effetto di un accordo trovato tra le parti sociali. L'accordo prevede incentivi e verrà portato la settimana prossima a Roma, dove sarà chiesto il via libera al ministero dello Sviluppo economico. Essendo suddivisa in due province, la società necessita infatti della vidimazione da parte del ministro competente che aprirà così una nuova fase per la concessionaria trevigiana fusa per incorporazione in Sina Carri. I problemi riscontrati dall'azienda non hanno a che fare con banche e finanza, come spesso accade quando si parla di concessionarie, ma da un vero e proprio crollo del mercato dei camion che ha aumentato il peso del costo del lavoro, facendo propendere per l'ammortizzatore. Questo verrà concesso con formula a rotazione chiesta per tutti i dipendenti, salvo poi utilizzarla a seconda delle esigenze e dei carichi di lavoro, come previsto dall'accordo base tra i rappresentanti dei lavoratori e la famiglia Sina. Del resto il fatturato di Autosile era passato da 48 milioni a 27 milioni già tra 2008 e 2009. In quell'anno il mercato dei veicoli da trasporto misurato sulle immatricolazioni aveva registrato una flessione del 32,4% rispetto all'anno precedente, passando da 2,5 milioni del 2008 a 1,7 milioni l'anno successivo, con i camion crollati del 43% togliendo quote di mercato all'Autosile corsa ora ai ripari.
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