Attacco terroristico a Parigi, spari e kamikaze: 129 morti e 352 feriti di cui un centinaio molto gravi

Parigi, dopo l'assalto armato a Charlie Hebdo di gennaio, ripiomba nel terrore. La tarda sera del 13 novembre, concentrati tra le 21.20 e le 21.53, sono stati sei gli attacchi, a colpi di kalashnikov, in luoghi affollati, partendo dal X arrondissement e poi scendendo fino ai quartieri limitrofi: sparatorie in un ristorante, in una sala da concerti, in un bar sempre, nel cuore di Parigi; due attacchi kamikaze e una bomba allo Stade de France di Saint-Denis, dove era in corso l'amichevole Francia-Germania. Il bilancio delle vittime va via via aumentando: i morti sono 129 e i feriti 352 di cui 99 molto gravi, ma il bilancio è provvisorio. Molte le vittime nella sala concerti Bataclan, dove tre terroristi sono stati uccisi in un blitz della polizia. Si cerca una ragazza veneziana che si trovava nella sala concerti con altri tre ragazzi italiani, presi in ostaggio e salvati dalle forze dell'ordine. Tra i feriti lievi, altri due italiani di Senigallia.

La rivendicazione dell'Is. Ad agire è stato un gruppo di attentatori dell'Is, che ha rivendicato l'attentato definendolo l'"11 settembre francese". Avrebbero urlato "Allah è grande". Sette sono morti, sei si sono fatti saltare in aria con le cinture esplosive che avevano legate in vita. Sul corpo di uno di loro è stato trovato un passaporto siriano: è stato identificato come appartenente a un rifugiato siriano registrato a Lesbo il 3 ottobre. Lo ha detto il vice ministro dell'Interno greco Nikolaos Toskas, secondo quanto riporta la tv greca Antenna news.
Non è escluso che qualche membro dell'organizzazione sia ancora in fuga, come sottolineato dallo stesso procuratore della Repubblica di Parigi, François Molins. Dopo che la rivista ufficiale dell'Is in francese, Dabiq, si è assunta la paternità del massacro, evocando una «vendetta per i raid in Siria», e un successivo video di minacce, i jihadisti dello Stato islamico hanno diffuso un comunicato ufficiale e un audio per rivendicare gli attacchi e lanciare nuovi anatemi. Parigi è stata presa di mira perché «capitale dell'abominio e della perversione». «È solo l'inizio della tempesta»: la Francia, e chi la sostiene, «rimarrà tra gli obiettivi principali» dell'Isis e «continuerà a sentire l'odore della morte per aver preso la guida della crociata, aver insultato il Profeta e essersi vantata di combattere l'Islam
Stato d'emergenza. La Francia è in stato d'emergenza. La torre Eiffel è stata spenta, sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale.
FOTO Gli attacchi simultanei | Panico allo stadio | Morti e feriti
LA DIRETTA Video e liveblog
Kamikaze allo Stade de France. La prima esplosione, alle 21.20, è allo Stade de France, dove era in corso l’amichevole Francia-Germania. Ne seguono due: alle 21.30 e alle 21.53. Una è avvenuta vicino ad un ristorante McDonald’s. Almeno una delle due a rue Jules Rimet è stato un attacco kamikaze. Francois Hollande, presente allo stadio, è stato fatto uscire dalla struttura e ha raggiunto il ministero dell'Interno. C'erano cinquantamila persone che assistevano alla partita di calcio. Sono state fatte defluire molto lentamente, in un clima surreale. Secono il Wall Street Journal - che cita un addetto alla sicurezza dello stadio - uno degli attentatori aveva un biglietto d'ingresso alla partita, ma è stato fermato ai cancelli dello stadio dopo che gli addetti ai controlli avevano scoperto che indossava esplosivo. Allora si è fatto esplodere mentre tentava la fuga. L'episodio sarebbe avvenuto circa 15 minuti dopo l'inizio della partita. Poi, tre minuti dopo questa esplosione, un altro kamikaze
si è fatto esplodere nei pressi dello stadio, mentre un terzo ha innescato l'esplosivo vicino a un McDonald's.
Mattanza al Bataclan. Uno degli attacchi pià gravi al Bataclan, nota sala di concerti nell'XI arrondissement, non lontano dalla sede di Charlie Hebdo. I morti sarebbero 89. Era in programma un concerto della rock band americana Eagle of the Death Metal. La serata aveva fato registrare il tutto esaurito nel teatro che può contenere 1.500 persone. Circa un’ora dopo che la band era salita sul palco, alle 21.49, un gruppo di 4 uomini vestiti di scuro e armati di kalashnikov ha fatto irruzione nel locale sparando con calma fredda e sanguinaria alle centinaia di persone presenti. Un testimone ha riferito che uno dei 4 terroristi urlava: «È colpa di Francois Hollande. È colpa del vostro presidente, non avrebbe dovuto intervenire in Siria», un riferimento ai raid aerei contro i jihadisti iniziati a fine settembre. I quattro assalitori sono stati tutti uccisi quando le forze dell’ordine, a mezzanotte e venti minuti del 14 novembre, hanno fatto irruzione nel locale dove decine di persone erano trattenute in ostaggio. Secondo quando dichiarato dal procuratore di Parigi, Francois Moulins, all'interno del Bataclan e negli scambi con le forze dell'ordine i terroristi "hanno evocato la Siria e l'Iraq".
Tre attentatori hanno attivato il giubbotto carico di esplosivo, un quarto è stato freddato. Dopo il blitz la polizia ha dato notizia di cento morti e di tre terroristi uccisi. «Siamo riusciti a fuggire, c'era sangue dappertutto, hanno tirato con un fucile a pompa sulla folla», ha raccontato un testimone scampato alla sparatoria. Secondo un altro testimone i terroristi procedevano a uccidere gli ostaggi uno a uno. Erano tutti molto giovani, «avevano meno di 25 anni». «Abbiamo sentito gli spari, ci siamo girati e abbiamo visto questi due ragazzi, che hanno intimato di gettarci a terra», racconta un giovane che era nel teatro.
Arresti a Bruxelles. "Più di 5 arresti" sono avvenuti a Bruxelles nel quartiere di Molenbeek nel corso delle perquisizioni. Lo ha detto il ministro della giustizia belga Koen Geens secondo quanto riferisce la tv Rtbf. Tre degli attentatori di Parigi sarebbero belgi e proverrebbero dal quartiere di Molenbeek di Bruxelles, da cui venivano già alcuni dei terroristi del blitz di gennaio in Belgio. Lo riporta il quotidiano belga Dh online. Tre dei terroristi di Parigi avrebbero alloggiato a Molenbeek, e le due o tre perquisizioni effettuate dalla polizia belga, soprattutto in prossimità della fermata metro Osseghem dove alcune vie sono state bloccate, hanno come obiettivo di stabilire contatti e legami con i fatti di Parigi ed eventualmente recuperare armi ed esplosivi. Alcuni testimoni a Parigi avevano riferito di un'auto nera con una targa belga. Un uomo, durante le perquisizioni, ha tentato la fuga ma è stato immediatamente bloccato e arrestato. Molenbeek è il quartiere di Bruxelles già teatro di perquisizioni a gennaio, quando subito dopo la strage di Charlie Hebdo le forze dell'ordine avevano smantellato una cellula nella cittadina belga di Verviers pronta a colpire. La zona viene considerata come la culla dell'islam radicale belga, abitata da una popolazione prevalentemente musulmana dove molti si sono radicalizzati.
Nell'auto nera con la targa belga lasciata dai terroristi davanti al Bataclan sono stati ritrovati biglietti per il parcheggio del quartiere di Moleenbek a Bruxelles. L'auto era stata presa a noleggio, per questo l'obiettivo delle perquisizioni era risalire a chi l'aveva affittata. Una seconda macchina con targa belga sarebbe poi sempre stata vista nei pressi di uno dei ristoranti colpiti dagli attacchi, altro obiettivo delle ricerche in corso.
Uno dei fermati durante le perquisizioni a Molenbeek è l'uomo che aveva noleggiato a suo nome una Polo nera con targa belga ritrovata davanti al Bataclan. Lo riferisce il ministro della giustizia Koen Doens alla tv Rtbf. Un'altra auto, una Seat nera, ugualmente con targa belga, è invece stata ritrovata al cimitero del Père Lachaise di Parigi.
Arresti a Parigi- aggiornamento di domenica 15 novembre. Il padre e il fratello di uno dei kamikaze del teatro Bataclan, Omar Ismail Mostefai, sono stati fermati dalla polizia a Parigi. Dopo loro due la polizia francese ha arrestato in totale sei membri della sua famiglia. Mostefai è stato identificato grazie all'impronta digitale del dito indice, unico porzione del suo copro rimasta intatta dopo che ha azionato il giubetto esplosivo per farsi esplodere. I sei si trovano sotto custodia nel quartier generale dell'antiterrorismo francese a Levallois-Perret, nella citta urbana di Parigi, a nord-est del Bois de Boologne.
I terroristi autori della strage. Si chiamava Omar Ismail Mostefai, uno dei terroristi dell'attacco al teatro Bataclan, aveva 30 anni ed era di nazionalità francese, era nato il 21 novembre 1985 a Courcouronnes, nell'Essonne ed era già schedato negli archivi dei servizi di informazione francesi dal 2010 per "radicalismo". Era stato condannato per 8 reati non gravi tra il 2004 ed il 2010 ma non ha mai passato un giorno in cella. Secondo il procuratore di Parigi Francois Molins sono "tre le squadre di terroristi coordinate per sferrare il barbaro attacco" e avevano "dispositivi esplosivi del tutto identici". "Abbiamo trovato indosso a tutti i terroristi dei gilet con esplosivo al perossido di azoto e lo stesso tipo di detonatore". Uno degli attentatore aveva un passaporto siriano ma non era conosciuto ai servizi francesi.
La ragazza veneziana data per dispersa è morta. Domenica 15 novembre l'ambasciatore d'Italia a Parigi, Giandomenico Magliano ed il console generale Andrea Cavallari, si sono recati a place Mazas dove si trova la camera ardente che accoglie la salma di Valeria Solesin, la ragazza 28enne vittime dell'attentato di venerd sera alla sala concerti Bataclan. Dalla notte dell'attentato era data per dispersa. Si trovava con altri quattro giovani italiani: fratello e sorella di Dro (Trento) con i rispettivi compagni. In tre sono stati liberati e hanno riportato lievi feriti, mentre si sono perse le notizie di Valeria Solesin.
Gli altri attacchi. Un'altra sparatoria, a colpi di kalashnikov, ha causato la morte di diverse persone in un ristorante del decimo arrondissement di Parigi. Una terza ha avuto luogo sulla rue de Charonne, nell'XI arrondissement di Parigi. L'assalitore ha sparato da un'auto, tre o quattro raffiche e poi alcuni colpi isolati, contro i tavolini all'esterno di un ristorante. Dodici le persone a terra.
Dead bodies on the ground at 90 rue de Charonne following attack on restaurant in #Paris. Via @5h55 pic.twitter.com/l5GVlzAk0h
— Anna Ahronheim (@AAhronheim) 13 Novembre 2015
Sicurezza in Italia. In Italia il ministro dell'interno Angelino Alfano ha disposto l'immediato innalzamento dei livelli di sicurezza. La misura riguarda tutti gli obiettivi sensibili presenti nel nostro paese. In particolare, gli obiettivi riconducibili alla Francia a Roma e Milano. Convocato il Comitato Nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Le questure di Roma, Milano e Torino hanno avuto indicazioni di implementare i controlli sul territorio, resa immediatamente operativa la disponibilità di 700 militari per Roma.
Obama: Attacco all'umanità. Quello che sta accadendo a Parigi «è un attacco non solo al popolo francese ma a tutta l'umanità e ai valori che condividiamo», ha detto il presidente Usa, Barack Obama, parlando in diretta tv dalla Casa Bianca. La polizia di New York ha alzato il livello di allerta.
Hollande: Atto di guerra compiuto dall'Is. Nel suo primo intervento, il 13 novembre, Il presidente francese François Hollande ha annunciato la chiusura della frontiere. «Dobbiamo difenderci», ha detto in diretta tv. Dichiarato lo stato di emergenza su tutto il territorio francese. Annuncia «Rinforzi militari» nella regione di Parigi per evitare nuovi attentati. Conferma la morte di diverse decine di persone. Il 14 novembre il Presidente ha definito quanto successo un «atto di guerra compiuto dall'esercito dell'Isis».
Renzi: Colpendo la Francia hanno colpito l'umanità. «Hanno colpito, ma colpendo la Francia hanno colpito l'umanità intera», ha detto il premier Matteo Renzi offrendo la «solidarietà commossa e l'abbraccio degli italiani» ai «fratelli e le sorelle» francesi. «Come tutti gli italiani, gli europei, provo dolore atroce per quanto avvenuto questa notte a Parigi. Questo è momento delle lacrime, dell'emozione, ma è anche il momento di tante domande», sottolinea il presidente del Consiglio ricordando come, «come tutti gli italiani, anche io, vedendo i padri che stingono i figli allo stadio, ho cercato le parole per spiegarlo ai miei figli».
Lo sgomento di Papa Francesco. Il Pontefice ha accolto con sgomento le notizie sugli attacchi terroristici a Parigi. Lo afferma a Radio Vaticana padre Federico Lombardi, spiegando che si sta seguendo con «costernazione queste terribili notizie. Siamo sconvolti da questa nuova manifestazione di folle violenza terroristica. Si tratta di un attacco alla pace di tutta l' umanità».
Twitter e Facebook in aiuto dei parigini. La polizia subito dopo gli attentati ha invitato la gente a tornare a casa. Su Twitter è stato lanciato l’hashtag #PorteOuverte (Porte aperte) da quanti sono disponibili a proteggere le persone che si trovavano in strada e avevano bisogno di aiuto. Facebook ha attivato il ’Safety check’, uno strumento speciale per gli utenti di Parigi. Ogni persona che si trova in una zona a rischio riceverà una notifica che chiederà all’utente se sta bene. La persona può indicare se si trova al sicuro, inviando automaticamente un messaggio di avviso ai suoi amici. In pratica lo stesso strumento utilizzato dopo il terremoto in Nepal.
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