Ascom della Marca, è guerra totale: Capraro vuole sfiduciare Sartorato

Con Partata (Vittorio) e Piovesan ha firmato una mozione contro la presidente dell’Unione provinciale

Andrea Passerini
Palazzo del terziario, sede di Ascom Confcommercio
Palazzo del terziario, sede di Ascom Confcommercio

Un altro terremoto scuote l’Ascom della Marca. Il mandamento di Treviso, guidato da Federico Capraro, e quello di Vittorio Veneto, presieduto da Giuseppe Partata, hanno presentato una mozione di sfiducia verso la presidente dell’Unione provinciale di Confcommercio, Dania Sartorato, che è anche presidente di Fipe (federazione pubblici esercizi).

E ci sarebbe una terza firma sotto il documento, da qualche giorno sul tavolo del segretario dell’Unione provinciale Fabio Marcolin, fedelissimo di Sartorato: è quella di Maurizio Piovesan, presidente della categoria del settore petrolifero, braccio destro di Capraro, e a suo tempo dell’ex presidente Renato Salvadori.

Contestazioni e futuro

Con quali motivazioni? In sostanza una linea che contesta sistematicamente il mandamento del capoluogo, che si sente dunque rispettato e rappresentato. Su cosa succederà adesso il riserbo è massimo, ma trapela come il documento sia sotto osservazione.

Verrà discusso e votato nella prossima seduta del consiglio provinciale di Confcommercio (otto seggi, uno per ogni mandamento e quattro per le categorie) o si sarà preliminarmente il coinvolgimento dei grandi saggi dell’associazione?

C’è chi parla di un iter che deve esaminare gli aspetti legali e statutari. In ogni caso, è solo l’ultimo atto dello scontro frontale che da anni dilania palazzo del Terziario e la principale categoria del commercio trevigiano.

Sartorato, voluta da Capraro alla guida dell’Unione ripartita dopo il commissariamento di Tullio Nunzi (con nuove regole e nuovi patti parasociali) ha ben presto contestato la gestione di Capraro, unendosi ai mandamenti di Castelfranco e Oderzo, a loro volta già critici delle politiche del mandamento e altrettanto contrari sull’unificazione dei quattro mandamenti, non a caso fallita, per le diverse posizioni.

I numeri

Treviso voleva e vuole mettere sul piatto la sua forza (il 64,5% dei soci di tutta la Marca), ma Castelfranco e Oderzo hanno la cassaforte che “abbonda”, e non volevano far confluire nella creatura unica i loro patrimoni.

Il capoluogo è tornato intanto all’utile dopo una drastica scure sul personale dello staff dell’ex segretario generale Vincenzo Monaco (una dozzina di licenziamenti), e prima ancora con la vendita delle azioni della controllata Seac per ripianare le impattanti spese e gli investimenti, fra cui quello per il progetto Now di e-commerce, presto naufragato. Posizioni inconciliabili.

Lo scontro

Lo scontro tra Sartorato e Capraro era esploso nell’ultima assemblea di Ascom Treviso che ha approvato il bilancio tornato in netto positivo (utile di 140 mila euro): la presidente provinciale dopo aver duramente criticato la gestione di Capraro, aveva attaccato lo stallo dell’Unione regionale Confcommercio («Il presidente Bertin è sfiduciato da luglio, siamo bloccati»), auspicando immediate elezioni, e denunciando come causa della situazione «il progetto di fusione fallito tra Padova Treviso e Vittorio Veneto, e dell’intesa sulla formazione fra Padova e Treviso» su cui paventa conflitti di interesse, avendo Capraro designato, nel cda di Ascom Servizi, Marco Italiano, anche vicedirettore di Ascom Padova.

Capraro, attaccato personalmente, non aveva risposto in quella sede. Ma ha evidentemente atteso, per replicato “a stretto giro di posta”, con il mandamento vittoriese alleato e uno dei suoi fedelissimi, Piovesan. E intanto Palazzo del Terziario”, metaforicamente, continua a bruciare.

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