Anti terrorismo: a Treviso piazza a numero chiuso, vertice per il Capodanno

TREVISO. La stretta dettata dall’antiterrorismo sugli eventi pubblici sta mettendo a dura prova l’organizzazione del tradizionale veglione di Capodanno di Treviso. L’amministrazione ha investito 7000 euro più di quanto non aveva fatto negli anni passati per ripagare servizi di sicurezza aggiuntivi, steward e logistica a garanzia della festa ma i provvedimenti di “security” oggi dovranno confrontarsi con le scelte in materia di “safety” (salvaguardia) che verranno adottate dal questore e che in altri comuni stanno mettendo a serio rischio i veglioni. A Treviso si sta vagliano la possibilità di limitare l’accesso a piazza dei Signori ad un numero preciso di persone.
L’ipotesi è stata ventilata nei giorni scorsi ai responsabili dell’organizzazione. Le foto degli anni passati sono emblematiche: sotto il palco c’era un mare di teste che si allungava in viale XX settembre e lungo tutta la piazza. Tante? Troppe rispetto alla capienza della piazza? Lo deciderà quasi certamente il vertice di domani, venerdì 29 dicembre, (sabato è previsto l’ultimo sopralluogo tecnico). Di certo in Comune, ma soprattutto al comando della polizia locale dove a gestire i “grandi eventi” è l’ex vicecomandante Mazzon, ci si sta già pensando a come organizzarsi qualora il questore optasse per il “numero chiuso”.
Servirebbero varchi di accesso controllato in tutte le strade che afferiscono a piazza dei Signori, cuore del Capodanno trevigiano e teatro a mezzanotte del tradizionale spettacolo pirotecnico. Così, a meno che non si decida di limitare l’affollamento anche nelle altre due aree di festa cittadine, San Vito e Loggia dei Cavalieri, secondarie rispetto a piazza dei Signori dove, oltre ai fuochi, ci saranno concerti, spettacolo, dj set e il consueto saluto del sindaco.
Ma il “numero chiuso” non è la sola disposizione in discussione in vista del Capodanno trevigiano. Oltre al divieto di esplodere petardi, già disposto da una precisa ordinanza del sindaco Manildo, i responsabili della sicurezza stanno preparando l’ordinanza che vieterà la somministrazione di bevande in bicchieri e bottiglie di vetro a tutti i locali del centro storico dentro e lungo il perimetro della festa, e valutando il divieto di “porto” di bottiglie di vetro e affini.
Ridurre al minimo i rischi, questo l’imperativo, anche a costo di far saltare i tradizionali “stappi” delle mezzanotte, con il conseguente abbandono in giro di bottiglie di vetro potenzialmente pericolose.
Un provvedimento simile, a ben vedere, venne già adottato anni fa dall’amministrazione per evitare si ripetesse quel folle gioco del “lancio della bottiglia”, che in altri Capodanni aveva trasformato piazza dei Signori in un tappeto di vetri rotti in cui esplodevano petardi. Allora era la stupidità di qualcuno a imporre i divieti, oggi l’incubo del terrorismo e il precedente di Torino.
Certo il posizionamento di mezzi delle forze dell’ordine all’inizio del Calmaggiore (dove comunque sono state posizionate le fioriere anti-intrusione), a Corso del Popolo e pare anche a San Francesco. Imponente lo sforzo organizzativo chiesto ai gestori della festa a cui l’amministrazione però non vuole rinunciare in alcun modo. «A mezzanotte sarà in piazza a brindare con tutti i trevigiani» ha ribadito Manildo. Resta da capire se al party ci sarà “selezione all’ingresso” o meno. Far collimare la festa di popolo con la circolare antiterrorismo non è cosa facile.
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