«Antenna selvaggia persino in cimitero». La deroga del governo fa infuriare i sindaci

Esplode il nuovo caso antenne 5G. Chi installa gli impianti può trattare con i privati per i terreni, i primi cittadini della provincia di Treviso alzano la voce: «Serve una regolamentazione per decoro e sicurezza»

Andrea Passerini
Un’antenna 5G: i sindaci non possono più controllare la mappa
Un’antenna 5G: i sindaci non possono più controllare la mappa

​Castelfranco e Cavaso, Pederobba e Possagno, comuni del Piave e pedemontani: esplode il nuovo caso antenne 5G.

I sindaci scoprono che un decreto del governo, nell’ambito dei fondi Pnrr, autorizza le società che installano le antenne, nelle cosiddette zone a perdita di mercato, a derogare i vincoli dei piani comunali, che privilegiano aree pubbliche con il versamento dei canoni alle amministrazioni locali.

E dopo l’ira di sindaci e assessori, prendono posizione anche Stefano Marcon, presidente della Provincia, e il suo vice Fabio Maggio, che ha la delega all’innovazione digitale.

La deroga

«E necessario», è il grido che si leva dal Sant’Artemio, «un tavolo di confronto fra enti locali e Infratel (la società che gestisce la distribuzione e la realizzazione dei sistemi 5G ndr) per arrivare a un protocollo condiviso anche con le imprese che poi materialmente installano gli impianti sui territori».

La deroga concessa dal governo mette in discussione da un lato il controllo dei siti e la pianificazione pubblica, anche per ragioni di sicurezza e salute pubblica, dall’altro le certezze finanziarie sui canoni in tempi di minori entrate per i Comuni. «Ci facciamo carico delle loro istanze», dichiara Marcon, che da sindaco di Castelfranco conosce direttamente la problematica, «Come istituzioni poniamo al centro tutela, sicurezza e benessere della comunità, senza dimenticare le esigenze della modernizzazione».

Serve un protocollo

Ancor più duro Maggio, coinvolto direttamente come amministratore di Pederobba (è vicesindaco): «Il Piano Italia 5G stanzia 1,5 miliardi per gli impianti», specifica, «Infratel appalta la realizzazione a diverse società, da Inwit a Celnex alla trevigiana Telebit. È urgentissimo concordare protocollo e linee guida: non siamo contro gli impianti, ma non possono prevalere negoziati privati che eludono i regolamenti istituzionali per la tutela della comunità».

Il piano in Consiglio

Un piano antenne per regolamentare la futura implementazione di impianti per la telefonia mobile e/o dati: è quello andato in approvazione giovedì sera, 27 febbraio, in consiglio comunale a Castelfranco, redatto dagli uffici tecnici in collaborazione con Contarina che già gestisce questo servizio in altri comuni della Marca.

Il piano ha individuato 12 localizzazioni su suolo pubblico dove sarà possibile installare nuovi apparati di trasmissione, nel rispetto delle normative di sicurezza elettromagnetiche: alcune di queste vedono già la presenza di un’antenna che quindi ospiterà un ulteriore impianto, altre ne sono sprovviste.

Il piano ha tenuto conto anche delle richieste già pervenute da alcuni operatori, ma ha anche individuato postazioni attualmente libere che potranno ospitare antenne in futuro. Individuate anche le cosiddette aree di ricerca, tre in tutto, dove c’è l’interesse di installare un impianto da parte degli operatori, ma dove non sono state individuate aree di proprietà comunale da mettere a disposizione

Il monitoraggio

La convenzione che verrà stipulata con Contarina prevede anche il monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche. E qui, in commissione, si era aperto un dibattito. La bozza infatti cita che il Comune “potrà” avviare monitoraggi.

«Ci pare opportuno invece – ha sottolineato il capogruppo di Castelfranco Merita, Sebastiano Sartoretto – che quel “potrà” debba trasformarsi in un “dovrà” alla luce della tutela della salute pubblica».

L’antenna e il cimitero

Quella scelta di Inwit di innalzare l’antenna alta 30 metri per la telefonia 5G proprio davanti all’ingresso del cimitero di Covolo, in un’area privata, viene vissuta come uno schiaffo morale a Pederobba, anche perché l’amministrazione comunale aveva offerto un’area pubblica.

«Mi ritrovo – si legge in una lettera aperta del sindaco Marco Turato – con Inwit pronta a piantare la sua antenna multigestore, alta più di trenta metri, praticamente all’ingresso del cimitero di Covolo». Visto che le antenne 5G godono di tutte le deroghe possibili, strumenti per fermarne l’arrivo in quel luogo l’amministrazione comunale proprio non ne ha, ma vuole che almeno sia spostata in posizione meno impattante.

«Il mio Comune – prosegue il sindaco – ha accettato che il tutto avvenga sull’area di questo privato purché l’impianto arretri di 70 metri per non costituire un impatto totale sul contesto». Per il Comune tale spostamento, portando il ripetitore lungo il muro perimetrale anziché davanti all’ingresso, non inciderebbe per nulla sul segnale. Turato non tira in ballo il vincolo cimiteriale, che tanto è derogabile per le antenne, quanto il «rispetto per il decoro dei luoghi di sepoltura». 

(hanno collaborato Enzo Favero e Davide Nordio)

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso