Allarme anche per la Sarom di Orsago
Imprese di Marca attirate dal piano infrastrutture. La Pivato invece si è ritirata nel 2010
TREVISO.
Oltre ai 15 dipendenti della
Cev
, chiamata insieme allo studio di architetti
Altea Project
di Treviso per ridare lustro al complesso del museo islamico di Tripoli situato nel quartiere Shari Sidi Khaliffa, è rientrato dieci giorni fa il restauratore trevigiano Antonio Costantini, che doveva tornare proprio ieri in Libia, come faceva ormai abitualmente dal 2010 insieme ad altri sei dipendenti. Allarme anche per aziende come la
Sarom
di Orsago, presieduta da Franco Moras, che nel 2009 aveva firmato un accordo con la Libia per la costituzione di una società italo-libica (la Sarom Libya Joint Stock Co. con sede nella Repubblica Araba Popolare Socialista) per la realizzazione di infrastrutture in nord Africa. Un affare all'interno di un progetto del valore complessivo di 5 miliardi di euro, dove la ditta trevigiana, specializzata nella costruzione di manufatti da giardino e sistemi di canalizzazione, aveva deciso di prestare direttamente la sua opera. In Libia, nel corso del 2008, era sbarcata anche la
Pivato
, che avviò un grande progetto per la realizzazione dei servizi generali per la città di Al Qubbah, in Cirenaica, i cui lavori sono partiti poi nell'autunno del 2009. Si tratta di un intervento che interessa 510 ettari quotato circa 60 milioni di euro, dove Pivato ha svolto la funzione di project managment in nome e per conto del main contractor Alissa Jebal Alab Join Venture. A distanza di due anni e dopo la debacle dei conti, i manager della Pivato hanno però deciso di vendere la commessa nel 2010 per poter fare cassa, togliendosi fuori dalla partita africana. A catalizzare l'attenzione degli imprenditori trevigiani è il piano dei lavori decisi dal governo libico, intento a sovvenzionare le opere urbanistiche e infrastrutturali con finanziamenti per 153 miliardi di dollari. Abbastanza per fare gola ad imprese come l'
Imesa
di Cessalto e la
h2o
di Montebelluna, partecipanti tra le altre alla fiera di Tripoli organizzata nel 2005 da
Treviso Glocal
e
Unindustria Treviso
. Il restauro del museo islamico resta uno dei punti di riferimento tra i lavori compiuti nella capitale Tripoli. (e.l.t.)
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