Alla Lotto di Treviso stagisti, ma con esperienza: «Annuncio senza rispetto»

Treviso. Lotto offre un tirocinio di tre mesi per chi è già del settore, Cisl e Cgil insorgono Bonan: «I 300 neolaureati che si sono candidati meritano qualcosa in più»

TREVISO. «Quell’annuncio non ha rispetto dei giovani laureati e degli sforzi delle loro famiglie» sbotta Cinzia Bonan, segretario generale Cisl Treviso Belluno; «I laureati si sono fatti avanti rispondendo in massa, questo dimostra che hanno voglia di lavorare anche a queste condizioni, ora tocca alle imprese» ribadisce Giacomo Vendrame, segretario Cgil Treviso. Al centro del dibattito c’è l’annuncio con cui Lotto cercava, per uno stage di tre mesi prorogabile al massimo a sei, una figura da inserire nell’ufficio Risorse Umane. Hanno risposto in trecento in pochi giorni: otto su dieci sono neolaureati.

Il problema è che quell’annuncio (chiuso per eccesso di candidature) offriva un tirocinio di pochi mesi ma chiedeva esperienza nel settore. «Hanno risposto ragazzi con un bagaglio di esperienze importanti, per tutta risposta le aziende li massacrano» attacca Cinzia Bonan, «questo annuncio è irrispettoso, i giovani si sono laureati in un contesto difficile anche grazie agli sforzi delle loro famiglie. Uno stage di tre mesi con richiesta esperienza nel settore è tutto ciò che viene loro offerto? E poi ci lamentiamo che se ne vanno all’estero?». Frecciatina anche alla presidente di Unindustria Treviso, Maria Cristina Piovesana: «Aveva detto che i giovani non sono pronti a fare la gavetta, queste 300 candidature sono la risposta migliore. Esiste un mondo di ragazzi ad alta professionalità che si accontentano di poche centinaia di euro al mese, vorrebbero soltanto che i loro sacrifici fossero premiati».

Su posizioni più morbide la Cgil, che scorge il lato positivo della vicenda: «Sono arrivate tante candidature perché evidentemente il marchio Lotto è ancora appetibile, e perché l’azienda ha utilizzato una piattaforma, LinkedIn, al passo con i tempi».

Resta il fatto che centinaia di neolaureati, la maggior parte in materie economiche e giuridiche, sono disposti ad accettare uno stage di tre mesi che probabilmente è distante dal loro percorso di studi. «È un punto a favore di questi ragazzi, e di chi cerca lavori» spiega Vendrame, «adesso però vediamo cosa succede nel momento in cui viene effettuata la selezione. I ragazzi hanno dimostrato di essere pronti alla gavetta. Adesso tocca alle aziende non deluderli. La speranza, nel caso specifico, è che l’esperienza non si concluda dopo i tre o sei mesi proposti. Di certo quello che è accaduto è indicativo del momento: quando c’è la necessità, le persone sono pronte a fare tutti i sacrifici che servono».

 

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