Albergo delle Grazie, spunta l’ipotesi della casa di riposo

PREGANZIOL. Finito di costruire attorno al 2004, l’hotel fantasma delle Grazie, da più di dieci anni, rimane misteriosamente chiuso al pubblico. Da qualche mese per la struttura di via Teotochi, laterale del Terraglio, si è aperta però una nuova ipotesi di riconversione. Nelle scorse settimane, infatti, l’amministrazione comunale ha registrato l’interesse da parte di una nuova “cordata” che arriva dall’alta trevigiana: le stanze, la cucina, la hall e gli altri ambienti di servizio potrebbero iniziare finalmente a vivere, non più con la funzione iniziale di albergo, ma come casa alloggio per anziani.
Ad avanzare la proposta è stato Giuliano Nalesso, figura già nota nel settore assistenziale, come fondatore del centro Biancospino di Cornuda. La proposta dell’ex musicista veneziano, violinista dell’orchestra della Fenice di Venezia, è ora sul tavolo del primo cittadino Paolo Galeano e dell’assessore alle politiche sociali Francesca Gomiero.
Bocche cucite in municipio su questa ipotesi e sulla fattibilità del progetto. Di certo quella dell’albergo fantasma di via Teotochi è una vicenda paradossale di abbandono e degrado. A due passi dal santuario della Madonna delle Grazie, sul versante ovest del Terraglio, a pochi passi dalla pizzeria al Mandrillo, nei primi anni 2000 è sorto il notevole complesso alberghiero.
Due ali sovrapposte, collegate da una hall con porta girevole, che ospitano decine di stanze fino al secondo piano. La locazione, lungo il Terraglio e vicinissima alla stazione ferroviaria di San Trovaso, sulla carta renderebbero l’attività molto attrattiva.
Nel comune di Preganziol, solo nel 2017, il sistema statistico regionale ha registrato più di 108 mila presenze annue, 45mila turisti arrivano dall’estero. Il dato è in costante crescita sugli anni precedenti. Malgrado il settore turistico, trainato sia dal magnete della perla lagunare sia dalla cittadina di Treviso, stia vivendo un periodo florido, quella di Preganziol rimane una scatola vuota.
Il progetto, firmato dall’architetto Daniele Paggiaro, fu commissionato da un raggruppamento di professionisti trevigiani. La morte di uno dei soci del progetto ha generato problemi in fase di liquidazione delle quote, con una lunga querelle giudiziaria. Nessun taglio del nastro, nessuna reception, solo il progressivo accumularsi della patina del tempo. Dopo una decina d’anni di totale inattività qualcosa sembrò muoversi attorno al 2012: attualmente infatti la struttura risulta di proprietà del gruppo Zanchetta di Mareno di Piave. Oltre all’attività in ambito commerciale, la famiglia trevigiana, con Geturshotels risulta titolare della gestione di numerosi alberghi, dal Florida di Jesolo al Country Paradise di Stintino (in Sardegna) dalle Caravelle, sempre a Jesolo, al Miramonti Majestic di Cortina. Tutti aperti e funzionanti, tranne il fantasma del Terraglio. Di fronte all’attuale stato di abbandono si fa dunque largo l’ipotesi di una nuova residenza per anziani, altro business che in questi anni ha garantito buoni rendimenti.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso