Agguato a Chiarano, arrestato il cugino
Edmon Balaj è indagato per il tentato omicidio di Kukiqi Hajdin: il 7 marzo ferito da due colpi sparati da uno scooter
![Kukiqi Hajidin, il kosovaro colpito fuori da casa](https://images.tribunatreviso.it/view/acePublic/alias/contentid/b2da159f-639e-4148-94c5-b7201a4d5539/0/testo1_sn3_tv.webp?f=16%3A9&w=840)
Arrestato il presunto autore della sparatoria dello scorso 7 marzo ai danni di Kukiqi Hajdin, kosovaro di 37 anni operaio incensurato di Chiarano. Sarebbe Edmon Balaj, suo cugino. L’uomo però smentisce dicendo che al momento del fatto si trovava in Kosovo. Ieri mattina, circa una ventina di carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Treviso con i cani antiesplosivo hanno perquisito la casa di Balaj e di suo fratello a Salgareda e lo hanno ammanettato. Dall’abitazione del 33enne kosovaro sono stati sequestrati il telefono cellulare, alcuni indumenti tra cui un giubbotto, simile a quello indossato dagli autori della sparatoria secondo le immagini delle telecamere di sorveglianza e la parte anteriore di uno scooter, probabilmente dove sono ancora conservate delle impronte digitali.
A Edmon Balaj però non sarebbe arrivato l’avviso di garanzia per il coinvolgimento nella sparatoria, né come autore, né come mandante: l’uomo è stato arrestato per un ordine di esecuzione emesso dal Tribunale di Venezia nel 2022, per i reati di lesioni aggravate, droga e possesso di armi, tutti commessi in un arco temporale che va dal 2014 al 2019, per una pena da espiare di 5 anni e 4 mesi e per cui gli era stato notificato anche il foglio di via da Paese.
Mercoledì mattina è stato rintracciato dai carabinieri, sulla base delle indagini sotto la direzione della Procura della Repubblica di Treviso, perché indagato come presunto autore del tentato omicidio di Chiarano. Il 7 marzo scorso Kukiqi Hajdin, mentre si stava recando al lavoro in una fabbrica poco lontana da casa, è stato colpito da due colpi di pistola provenienti da due individui a bordo di uno scooter.
La vittima, nei giorni successivi all’agguato aveva raccontato agli inquirenti dei dissapori e delle liti con il cugino, conterraneo, per problemi sembrerebbe legati a motivi economici e immobiliari, riguardanti in particolar modo la casa dove la vittima risiedeva e tutt’ora risiede con la moglie e i tre figli.
«È stato rintracciato dai carabinieri a casa sua ed è stato arrestato per un ordine di esecuzione che doveva scontare e su questo era preparato, è molto sorpreso per l’avviso di garanzia per il tentato omicidio e concorso del cugino», riferisce Alessandra Nava legale di Balaj, «lui afferma di non essere né il mandante né l’esecutore e respinge l’accusa perché al momento dell’agguato si trovava in Kosovo, lui è tornato in Italia solo qualche giorno fa, neanche i suoi parenti sapevano del suo ritorno».
La vittima e il suo legale, l’avvocato Ermira Zhuri, invece, si dicono molto soddisfatti: «Il mio cliente non ha mai avuto dubbi su di lui, speriamo che la giustizia faccia il suo corso e trovi presto i complici che hanno tentato di uccidere Hajdin», continua Zhuri, «suo cugino non ha mai lavorato e non aveva famiglia aveva visto nel mio cliente una minaccia. Avevano litigato più volte, anche pubblicamente in un bar, si erano picchiati, siamo sicuri che quel 7 marzo Balaj fosse in Italia e che c’entri con la sparatoria».
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